Uno spettro si aggira per il Sudamerica - Repsol chiede 8 miliardi di euro all’Argentina per l’esproprio di YPF
Gli avvocati della compagnia iberica hanno presentato una denuncia all’organismo della banca mondiale che risolve la controversie internazionali, per il risarcimento del 51% delle azioni “statalizzate”
Repsol parte al contrattacco sulla confisca da parte dell’Argentina del controllo della compagnia petrolifera YPF. Ha così aperto una causa contro Buenos Aires presso il Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti (Icsid, organismo della Banca Mondiale), denunciando di essere stata vittima dell' “esproprio discriminatorio” del 51% delle sue azioni in Yacimientos Petroliferos Fiscales (Ypf).
La stampa locale ha informato che un team di avvocati del gruppo energetico spagnolo ha presentato la denuncia lunedì scorso, nella sede dell'Icsid a Washington, esigendo
dall'Argentina circa 10,5 miliardi di dollari (circa 8 miliardi di euro) di indennizzo, dopo la ri-nazionalizzazione di Ypf, portata a termine nel maggio scorso dal governo di Cristina
Fernandez de Kirchner.
Il Icsid dispone di 30 giorni per decidere se accetta o no la denuncia presentata da Repsol. In caso l'accettasse, inizierebbe il processo di designazione dei tre arbitri che dovranno
occuparsi della disputa.
Secondo il quotidiano La Nacion, i quattro argomenti su cui si regge la denuncia del gruppo spagnolo sono la discriminazione dell'esproprio (solo le azioni Repsol sono state
nazionalizzate), l'assenza di una qualsiasi compensazione economica, la violazione dell'accordo fra Spagna e Argentina per la protezione degli investimenti e l'assenza di una causa di utilità pubblica per giustificare la decisione delle autorità di Buenos Aires.