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​Svendi-Italia, il Tesoro mette in vendita quote di Eni ed Enel. Incasserà 5 miliardi

where Roma when Lun, 01/09/2014 who redazione

Fonti governative confermano l'anticipazione sul piano di Via XX Settembre per la cessione di un'ulteriore quota dei due gruppi energetici, nel prossimo autunno

Collocamento più vicino per il 5% circa di Eni ed Enel. Fonti del Tesoro confermano l'anticipazione di stampa sul piano di Via XX Settembre per la cessione di un'ulteriore quota dei due gruppi energetici nel prossimo autunno.
Secondo quanto riporta il Sole 24 ore, lo Stato sarebbe pronto a cedere il 5% di Enel (di cui il Ministero dell’Economia e Finanze detiene il 31,24%) e poco più del 4% di Eni oggi in mano al Tesoro. In questo modo il controllo pubblico nella compagnia sarebbe salvaguardato tramite Cdp, che detiene una quota superiore al 25%. L'incasso stimato è di circa 5 miliardi, dei quali più di 2 da Enel e 3 da Eni. Sarebbe così garantito più o meno lo stesso ammontare della prevista privatizzazione di Poste, rimandata al 2015.
Tuttavia, attorno all’operazione non sono mancate le polemiche: meglio vendere ed incassare per ridurre il debito pubblico o mantenere le partecipazioni e continuare a incassare lauti dividendi annui? Dai dati snocciolati da Formiche.net Enel è posseduta al 31,30% dal Mef; ha una capitalizzazione di Borsa (al 28.8.2014) di 30,7 miliardi, quindi la quota in mano pubblica “vale” 12,13 miliardi; fra il 2010 ed il 2014 il Mef ha incassato complessivamente 2,26 miliardi in dividendi (382,6 milioni nel 2014, con un rendimento sull’investimento del 3,15%). Eni è di proprietà per il 4,34% dal Mef e il 25,76% da Cdp (acquistata dal MEF alcuni anni orsono); ha una capitalizzazione di Borsa (al 28.8.2014) di circa 69 miliardi, quindi le quote in mano a Mef e CDP “valgono” rispettivamente 2,99 miliardi e 17, 79 miliardi; fra il 2010 ed il 2014 il MEF ha incassato 411,6 milioni e CDP 2,44 miliardi di dividendi (86,7 milioni e 514,9 milioni nel 2014, rispettivamente, con un rendimento del 2,89%).