Torna la Guerra fredda/1 - La Russia aumenta le forniture di petrolio alla Cina, ma salta il gasdotto siberiano
Nonostante le sanzioni verrà triplicata la vendita di greggio russo alla Cina, fino a un milione di barili al giorno entro il 2018, ma Pechino ha deciso di non finanziare il gasdotto dalla Siberia a causa del costo troppo elevato dell’opera
La Russia aumenterà, come pianificato, le forniture di greggio alla Cina, nonostante le sanzioni occidentali volte a impedire la fornitura di tecnologie e fondi stranieri alle sue compagnie petrolifere. Lo ha assicurato il viceministro dell'Energia russo, Kirill Molodsov, intervenendo a un convegno del settore organizzato sull'isola di Sakhalin. “Siamo in grado di aumentare la produzione in Siberia orientale, ne abbiamo le risorse - ha dichiarato - La Russia non vede alcun rischio o pericolo che questi progetti non vengano attuati, come deciso”. L'anno scorso è stato firmato un accordo per triplicare la vendita di greggio russo alla Cina, fino a un milione di barili al giorno entro il 2018. La compagnia statale Rosneft è l'unico fornitore dai giacimenti della Siberia orientale ed è stata inclusa nella lista delle società sanzionate.
Stop al gasdotto siberiano - Pechino, intanto, non sarebbe più intenzionata a fornire i capitali per la costruzione di un imponente gasdotto in Siberia necessario per gli approvvigionamenti alla Cina. La notizia è stata confermata da fonti della Gazprom, il colosso monopolista del gas russo, e rilanciata dall'autorevole quotidiano finanziario Vedomosti. Il risultato è che Gazprom dovrà ora mettere mano al portafoglio e spendere tutta l’enorme cifra di 55 miliardi di dollari previsti per la realizzazione della condotta “Forza della Siberia” e per lo sfruttamento dei campi di Kovyktinsk e Chajandinskoe. Formalmente le sanzioni euro-americane non vietano alle banche occidentali di dare crediti alle società russe, ma in realtà il mercato finanziario internazionale ha stretto i cordoni della borsa verso Mosca. Recentemente una società affiliata alla Gazprom, la Novourengojskij, si è vista rifiutare un prestito di 520 milioni di dollari.