Trivelle. Dibattito sul referendum, parola ai no triv
Documento di Italia Nostra. Sui “peoci” inquinati le Regioni no triv appoggiano l’allarme di Greenpeace
Greenpeace torna sul tema dei “peoci”, le cozze e i mitili che secondo l’associazione ambientalista in Adriatico sono inquinati dalle piattaforme petrolifere. L’affermazione di Greenpeace ha sollevato le proteste delle cooperative ravennati di allevatori e pescatori di molluschi. Greenpeace precisa che tutti i dati presenti nel rapporto, “che evidenziano preoccupanti livelli di contaminazione da metalli pesanti e da idrocarburi” nei mitili raccolti presso 34 piattaforme operanti in un tratto di mare compreso tra l'Emilia Romagna e l'Abruzzo, sono proprietà di Eni.
I dati sono stati infatti raccolti e sistematizzati, per conto dell'azienda, da Ispra, che è l'agenzia che ha realizzato i monitoraggi ambientali previsti per legge. Da Eni sono stati quindi trasmessi al Ministero per l'Ambiente, da cui li ha ottenuti Greenpeace tramite un'istanza pubblica di accesso agli atti. “Il ruolo dell'associazione ambientalista, dunque, è stato unicamente di trasmissione e diffusione di dati: ovvero, Greenpeace ha assolto essenzialmente a una funzione di informazione dell'opinione pubblica, diffondendo dati ufficiali riguardanti la qualità degli ecosistemi marini e dei mitili che potrebbero finire sulle tavole degli italiani”.
I vescovi piemontesi - Il referendum del 17 aprile “può risultare, se partecipato quel tanto da ottenere il quorum, un forte segnale politico affinché le scelte economiche ed energetiche nel nostro paese cambino radicalmente, aprendo, davvero, l'era delle energie rinnovabili e con esse gli stili di vita, i modelli produttivi e di consumo diventino tutti più improntati al risparmio ed all'efficienza energetica e alla sobrietà, nel rispetto degli obiettivi di Cop 21 e nello spirito della Laudato Sì di Papa Francesco”. Così, in una nota, l'Ufficio piemontese pastorale sociale e del lavoro.
Italia nostra - L’associazione protezionista Italia Nostra ha preparato un documento per spiegare la sua posizione. Il dossier "L'Italia non è il Texas" si apre con un intervento di Marco Parini, presidente di Italia Nostra, con i contributi Giuseppe Gisotti, presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale; Franco Ortolani, docente di Geologia all'Università Federico II di Napoli; Alessandro Segale, docente di Economia Ambientale e Marketing del turismo all'Università Statale di Milano; Mariarita D'Orsogna, blogger no-triv fra le più seguite.
Le Regioni no triv con Greenpeace - Le nove regioni promotrici del referendum, con una lettera inviata al ministero per l'Ambiente, hanno chiesto al Governo e al ministero di rendere pubblici i dati del monitoraggio ambientale delle piattaforme operanti nei mari italiani. La lettera delle Regioni prende spunto dal rapporto realizzato da Greenpeace sui piani di monitoraggio ambientale di 34 impianti. Le Regioni temono conseguenze anche “sulla salubrità dei prodotti alimentari immessi in commercio".