Trivellazioni. Via libera della Consulta al referendum su un quesito no-triv
L’Avvocatura avverte: il quesito mette a rischio le tutele ambientali. Il parere delle associazioni
La Corte Costituzionale (Consulta) ha dichiarato ammissibile la richiesta di un referendum e improcedibili altre cinque richieste in materia di ricerca, prospezione e trivellazioni marine.
Per questi ultimi, la Corte Costituzionale non ha potuto che prendere atto della pronuncia dell'Ufficio centrale per il Referendum della Cassazione che, aveva dichiarato, "non hanno più corso le operazioni concernenti le prime cinque richieste referendarie", dichiarando conseguentemente l'estinzione del giudizio. Dice la Corte costituzionale che “Il quesito ammesso è l'unico del quale l'Ufficio centrale per il Referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la Legge di Stabilità 2016)”.
Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto a incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all'esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto - come rilevato dall'Ufficio centrale per il Referendum - i termini già previsti dalle concessioni. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio.
Il pericolo ambientale nascosto nel quesito - Secondo l’Avvocatura di Stato, nella riformulazione del quesito referendario sulle trivelle operato dalla Cassazione non si tiene conto dell'inciso inserito nella legge di Stabilità su "rispetto degli standard di sicurezza e salvaguardia ambientali" e in caso di accoglimento, i profili ambientali "verrebbero paradossalmente travolti dall'esito referendario". La Cassazione, nell'ammettere il quesito referendario, lo ha però riformulato in una forma che secondo l'Avvocatura "presenta aspetti di problematicità che non possono essere trascurati". La Suprema Corte ha assimilato il concetto di durata commisurata alla "vita utile del giacimento" a una sostanziale proroga delle concessioni già rilasciate. E ha riscritto il quesito senza tener conto dell'inciso sulla sicurezza ambientale che era contenuto nella norma. Per l'Avvocatura, quindi, proprio quelle tutele rischiano di essere travolte da un'eventuale abrogazione della norma.
Matteo Renzi - Sono a rischio migliaia di posti di lavoro, dice Matteo Renzi.
Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring, Wwf - Le associazioni Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e Wwf fanno notare che “la volontà del Governo di tutelare gli interessi dell'economia fossile (con le norme pro trivelle come con gli interventi per bloccare lo sviluppo delle rinnovabili) abbia creato un conflitto istituzionale senza precedenti nel Paese. Pur di assecondare le lobby dei petrolieri, l'esecutivo Renzi aveva promosso forzature inaccettabili, come la classificazione delle trivellazioni come opere strategiche (dunque imposte a forza ai territori) e la creazione di servitù potenzialmente senza limiti di tempo, con concessioni prorogabili ad oltranza. Con le modifiche introdotte nella Legge di Stabilità 2016, grazie all'iniziativa referendaria, l'esecutivo di Renzi è stato in larga misura costretto a smentire sé stesso”.
Il coordinamento Free - “Finalmente avremo l'occasione in Italia per discutere del futuro della politica energetica del paese, un futuro che per ora è in controtendenza rispetto allo scenario mondiale ed europeo", scrive il Coordinamento Free, Fonti rinnovabili ed efficienza energetica, che raggruppa 30 associazioni italiane del settore.