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Nimby. La Corte Costituzionale conferma il mini-referendum del 17 aprile

where Roma when Lun, 14/03/2016 who michele

Parte la campagna dei no-triv. L’Autorità delle comunicazioni detta le regole per la par condicio

La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, del Parlamento e dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, in relazione alle richieste referendarie inerenti alla pianificazione delle attività estrattive degli idrocarburi e alla prorogabilità dei titoli abilitativi a tali attività. Viene confermata così la data del 17 aprile per il referendum no-triv in versione leggera: un solo quesito (sulla durata delle concessioni petrolifere e metanifere già attive nel mare entro le 12 miglia dalla costa) invece dei sei proposti da nove Regioni. Non è stata, infatti, espressa la volontà di sollevare detti conflitti da almeno cinque dei Consigli regionali che avevano richiesto il referendum prima delle modifiche legislative sopravvenute.

L’Autorità delle comunicazioni - Il consiglio dell'Autorità garante delle comunicazioni ha approvato il regolamento che disciplinerà le disposizioni della legge 28/2000 (la cosiddetta par condicio) in occasione della campagna per il referendum in tema di trivellazioni del suolo sottomarino. Il regolamento riproduce nella sostanza i contenuti già sperimentati in occasione di precedenti tornate referendarie, con un'unica rilevante novità introdotta a seguito di un quesito proposto dalle nove Regioni proponenti il referendum: per queste Regioni, in quanto proponenti del referendum, cade il divieto di partecipare direttamente alla campagna referendaria, divieto consueto per tutte le amministrazioni pubbliche. notrivreferendum.jpg

Il Tar Lazio - Il Tar Lazio rimanda al 13 aprile la decisione su election day. Il tribunale ha ritenuto insussistente il danno grave rilevato dall’associazione consumatori Codacons, la quale chiedeva l'accorpamento del referendum sulle trivellazioni alle elezioni amministrative.
Il comitato no-triv – Si è presentato con un incontro pubblico il comitato per il referendum del 17 aprile sulla durata delle concessioni per l'estrazione di idrocarburi in mare, per “fermare le trivelle” che sono “simbolo tecnologico del petrolio: vecchia energia fossile causa di inquinamento, dipendenza economica, conflitti, protagonismo delle grandi lobby”. Del comitato fanno parte anche Confederazione italiana agricoltori, Slow food, Alleanza cooperative della pesca, Fiom Cgil, Lipu, Greenpeace, Legambiente, Wwf, Arci, ASud, Touring club, Italia nostra. “Il nostro obiettivo non era andare a referendum, ma cambiare una legge sbagliata. Purtroppo in dicembre si è fatto qualcosa di pasticciato e non si è cambiato quello che hanno chiesto dieci consigli regionali, e quindi proviamo col referendum il 17 aprile”, commenta Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, una delle Regioni che hanno proposto la consultazione.

La Fiom – “La Fiom giudica questo un appuntamento importante e si considera impegnata al successo del referendum del 17 aprile invitando tutte le sue strutture a promuovere e partecipare alle iniziative affinché la consultazione popolare abbia successo e, con il prevalere del sì, si faccia un passo in avanti nella tutela del territorio e verso un modello di sviluppo basato su un lavoro pulito”.
Le cozze di Greenpeace - Greenpeace pubblica i dati - prodotti da Ispra su committenza di Eni - sulla contaminazione ambientale in campioni di cozze raccolti intorno a piattaforme offshore localizzate in Adriatico e di proprietà della stessa Eni: “Contengono metalli pesanti e idrocarburi. Una parte delle cozze vendute in Italia viene raccolta sui piloni di piattaforme offshore e per questo Greenpeace chiede all'Arpa Emilia Romagna quali garanzie esistano sull'assenza di contaminazione nelle cozze da piattaforma immesse in commercio”.

Gianni Bessi del Pd romagnolo - “La Femca Cisl Eni di Marina di Ravenna ha spiegato bene quale situazione si verrebbe a creare nel caso che nel referendum del 17 aprile vincesse il no alle estrazioni di gas: sarebbe un danno incalcolabile per l'occupazione e per l'economia del Paese e, in particolare, per il distretto offshore di Ravenna, il più importante d'Italia. E' fondamentale che i lavoratori facciano sentire la propria voce, che è quella che conta. Per questo ho scelto di stare con i lavoratori e lo sarò anche dopo il referendum”, è il commento del consigliere Pd alla Regione Emilia-Romagna Gianni Bessi.
Italia dei valori - "L'Italia dei valori voterà sì al referendum contro le trivelle a mare che si terrà il 17 aprile. Idv - si legge in una nota del segretario nazionale Ignazio Messina - sollecita la massima unità di tutte le forze sociali, associative, progressiste”.

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Manifesto del comitato no-triv
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