Caro bollette. L’allarme della Regione Emilia-Romagna sui costi dell’industria ceramica
Per la Regione occorre rimuovere, tra l’altro, le speculazioni finanziarie sostituendole con nuove soluzioni che contribuiscano a sostenere le imprese
“Il problema dei costi energetici esorbitanti per il settore delle ceramiche, come degli altri settori energivori, è davvero preoccupante. Occorre una svolta rispetto alle speculazioni finanziarie, in particolare quelle sulle quote Ets (il sistema per lo scambio di quote emissione di gas a effetto serra dell'Unione europea), risorse che dovrebbero restare nel sistema manifatturiero”. Così ha detto il vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico e all’Energia, Vincenzo Colla, raccogliendo l’allarme lanciato dal vicepresidente di Confindustria ceramica, Alberto Selmi, sulla ricaduta del costo del gas dopo i recenti aumenti. Il problema è sentito in particolare nelle aree di produzione di ceramiche, come Faenza oppure come il polo delle piastrelle di Sassuolo.
“Il costo dell’energia è vitale per questo settore – aggiunge Colla - perché stiamo parlando di impianti dove ha un’incidenza superiore persino al costo del lavoro. Dunque, il problema energetico diventa determinante al fine di reggere con le produzioni ed essere competitivi nell'export, per aziende che esportano fino all’85% del prodotto. Non bisogna dimenticare che i competitori dell’industria ceramica italiana sono i turchi, gli indiani, che non hanno certamente i vincoli che abbiamo noi in Italia e in Europa. È necessaria una rapida riflessione del Governo e dell’Ue su come mettere le imprese in condizioni di reggere con nuove soluzioni normative e finanziarie, che superino le inaccettabili speculazioni in atto. Perché registriamo già le prime crisi con richieste di cassa integrazione e corriamo il rischio di dover gestire un impatto sociale”.