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Sindacati carburanti: il settore è al punto più basso e la riforma è una chimera

where Roma when Lun, 24/03/2025 who roberto

Faib e Fegica: prezzi più alti d’Europa, miliardi sottratti allo stato, mafie ed illegalità dilaganti, ma al ministero delle imprese si chiedono ancora come salvare i petrolieri dai tribunali.

Era giusto il marzo del 2023, faibbandiera1.jpgquando il ministro Urso diede l’annuncio che entro la fine di quel mese sarebbe stata varata la “riforma” dei carburanti. È quanto ricordano in una nota congiunta le organizzazioni di categoria dei gestori dei distributori di carburanti, Faib e Fegica. Secondo i due sindacati, l’annuncio serviva a “mettere una pezza” al tentativo maldestro e scoperto di gettare la colpa sui gestori degli aumenti del prezzo dei carburanti, al contrario causati dal ripristino delle vecchie accise. E, invece, tutto si è esaurito con un misero tabellone dei prezzi medi regionali, pure bocciato dal Consiglio di Stato, tabellone che ora accoglie polvere e ragnatele, inutile ed inutilizzato, sugli impianti italiani.
 
Degrado e piccoli articoli

Eppure l’intero settore ha raggiunto uno dei punti più bassi: i prezzi dei carburanti continuano a essere i più alti d’Europa; il contrabbando è continua a “investire” sui carburanti e sottrae una dozzina di miliardi l’anno alle casse dello Stato; la transizione energetica è un treno che, per quanto disastrato, si guarda bene dal prendere in considerazione un asset distributivo capillare e già strutturato, come è la rete italiana; in autostrada, pur di non farsi salassare nelle aree di servizio, gli automobilisti si portano panino, termos di caffè e pure una tanica di benzina di scorta.
In tutto questo, il ministero “continua a tenere tutto bloccato”, affermano Faib e Fegica, passando il tempo, un mese dopo l’altro, a interrogarsi su come scrivere un piccolo articolo della più grande riforma, teso unicamente a proteggere le compagnie petrolifere dalle condanne che tribunali d’Italia stanno irrogando per le condizioni economiche e contrattuali adottate contro i lavoratori e le piccole imprese di gestione. Il tentativo – affermano i due sindacati dei gestori - non è solo chiaramente sbagliato ed è stato già una volta rimandato al mittente dalla stessa Presidenza del Consiglio, ma finirà per fare la stessa fine del tabellone del prezzo medio, inutile ed inutilizzato: nessuna legge può consentire di sottrarsi al giudizio terzo, neanche nel caso dei potenti petrolieri, se si impongono ad un lavoratore condizioni contrattuali o comportamenti “valutati” come squilibrati, iniqui, abusivi. Le organizzazioni di categoria dei gestori -conclude la nota di Faib e Fegica - sono disposte a individuare intese che consentano di rientrare nell’alveo della legalità, chi nel tempo con i suoi comportamenti si è chiamato fuori, così come conclamato dai Tribunali. Ma si opporranno in ogni luogo -dalle strade, al Parlamento- e con ogni mezzo -dalle denunce, allo sciopero- a che sia, al contrario, la legalità ad essere malamente strattonata e slabbrata fino al punto di dare copertura a comportamenti indecorosi prima ancora che illegali.

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