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Accise. Approvato il decreto di riordino. Il caso benzina e il caso biocarburanti

where Roma when Lun, 17/03/2025 who roberto

Protesta l’Unione consumatori: mentre alza l’accisa sul gasolio, il Governo deve ricordarsi di ribassare la benzina come aveva promesso. Commenta l’Unem: il Governo fare di più per dare spinta alla catena di valore dei biofuel nel processo di decarbonizzazione dei trasporti.

Il Governo vuole arrivare a un murano-unem.jpgallineamento delle aliquote ordinarie di accisa tra benzina e gasolio motori nell’arco dei prossimi cinque anni. In quest’ottica, sarà necessaria una variazione media annua di 1,11 centesimi di euro il litro per arrivare a un’aliquota comune pari a 0,673 euro al litro per benzina e gasolio, generando nei cinque anni un maggiore gettito stimato in circa 1,2 miliardi di euro rispetto alla situazione attuale e tenendo conto sia della crescita dei consumi di benzina, sia delle esenzioni all’incremento del gasolio per le categorie dei trasportatori e agricolo.

 
L’Unem e il credito carbonico

Il decreto lascia invariata l’accisa per il solo biocarburante in purezza, e riconosce quindi un credito al ridotto contenuto di CO2 dei biocarburanti. Ma non basta. “L’iniziativa del Governo – ha commentato Gianni Murano (nella foto), presidente Unem – è sicuramente un segnale positivo, ma appare timida nel tentativo di sostenere, così come auspicato, un percorso di decarbonizzazione che possa utilizzare appieno le potenzialità dei biocarburanti anche miscelati con i combustibili fossili”.
“È quindi auspicabile – ha proseguito - che si possano sviluppare ulteriori passi verso il riconoscimento del credito carbonico dei biocarburanti, che attualmente sono appesantiti da un’accisa per chilogrammo di CO2 emessa pari a 5 volte quella dei fossili e 12-15 volte quella di elettrico e gas. Analogamente urge individuare strumenti per la riconversione del sistema di raffinazione e, contemporaneamente, mettere in moto adeguate economie di scala in grado di sviluppare filiere nazionali competitive per dare supporto al processo di decarbonizzazione dei trasporti”.
 
L’Unc e la benzina
"Il Governo, se vuole oggi alzare le accise sul gasolio, deve mantenere l'impegno di abbassare in modo corrispondente quelle sulla benzina, altrimenti non sarebbe un allineamento, un riordino, ma solo un modo per fare cassa, prendendo a pretesto la transizione energetica. L'aggravio per chi possiede un'autovettura a gasolio va compensato con il risparmio di chi ne ha una a benzina", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "In merito ai carburanti, poi, ci domandiamo che fine abbia fatto l'unica cosa utile prevista dal decreto-legge 14 gennaio 2023, n. 5, ossia l'app che doveva suggerire ai consumatori quale è il distributore di carburanti più conveniente nella loro zona. Dopo la bellezza di 2 anni e 2 mesi dal varo del decreto, l'app non ha ancora visto la luce e non se ne sa più nulla. Due anni di ritardo sono scandalosi!" conclude Dona. L'associazione di consumatori ricorda che se l'accisa del gasolio salisse 1 cent al litro, considerando anche l'Iva al 22%, un pieno di 50 litri costerebbe 61 centesimi in più, con un rincaro annuo a famiglia pari a 14 euro e 64 cent, nell'ipotesi di due rifornimenti al mese. Ovviamente nel caso la famiglia abbia una vettura diesel. Se invece salisse di 1,5 cent allora un pieno sarebbe più caro di 91 cent (91,5) e su base annua l'aggravio sarebbe di 21 euro e 96 cent. Per chi ha una vettura a benzina, queste cifre diventerebbero invece un risparmio se le accise venissero ridotte di 1 o 1,5 cent.

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