Differenziata difficile per tre milioni di stranieri. L’analisi Ipsos
Dallo studio emerge la difficoltà a fare una corretta raccolta differenziata dei rifiuti soprattutto per l’assenza di informazioni in lingua “amica”. Le più green sono le donne over 45 che vivono al sud
Sono le donne con più di 45 anni e residenti nelle regioni meridionali sono le più attente a una corretta raccolta differenziata tra i cittadini stranieri. È quanto emerge da una ricerca commissionata dal Conai a Ipsos sugli atteggiamenti in materia di eco-sostenibilità tra chi non è italiano ma vive nel nostro paese. Dai dati emerge però che circa 3 milioni di stranieri hanno delle difficoltà a fare la raccolta differenziata soprattutto per l'assenza di informazioni in una lingua “amica”.
Dallo studio emergono poi quattro diverse tipologie di comportamenti in relazione all'attenzione all'ambiente: il primo è quello virtuoso in cui si classificano gli ”eco-in” (15%) al cui interno si colloca il profilo dello straniero più amico dell’ambiente, donna, over 45, residente al sud e nelle isole. Questi campioni in fatto di green-attitude fanno parte di un ristretto gruppo di virtuosissimi stranieri che si contraddistinguono per grande attenzione e cura dell’ambiente: sono i più attenti a riciclare tutto, pignoli nella raccolta differenziata, attenti ad evitare inutili sprechi nel quotidiano, non hanno bandiera, provenendo in egual misura da tutte le parti del mondo (24% dal Sud America, il 24% dall’Africa, il 25% dall’Est Europa, il 27% dal Sud-Est Asiatico).
Al secondo posto si collocano gli “eco-incentivati” (32% del totale, pari a poco più di un milione di persone). Nonostante l’importanza che attribuiscono all’ambiente, necessitano di essere motivati da un “incentivo” che li ripaghi dello sforzo fatto quando fanno la raccolta differenziata. Sono attenti a tutte le azioni che producono un concreto risparmio, anche se poco attivi nel fare la raccolta differenziata (un terzo di loro la fa regolarmente, il 45% solo occasionalmente).
Al terzo gli “eco-pigri”, il 25% del campione, che vivono in Italia da 5-10 anni, principalmente nel Nord-Ovest. Considerano l’ambiente un tema di primaria importanza e dichiarano di prendersene cura. Fanno la raccolta differenziata, non certo in maniera ossessiva, e dicono che non è certo un compito facile da assolvere nel nostro Paese.
In ultima posizione si collocano gli “eco-assenti” che rappresentano il 28% degli stranieri intervistati, con una preponderanza di uomini e di giovani. Vivono in Italia da non oltre di 10 anni e si sentono culturalmente più affini in tema di sensibilità ambientale al proprio paese di origine (soprattutto Europa dell’Est o America del Sud). Tratti distintivi di questa categoria sono l’assenza di imbarazzo a dichiararsi disinteressati verso l’ambiente e la convinzione che anche gli altri, siano essi italiani o connazionali non emigrati, non ne abbiano particolare cura e rispetto. La raccolta differenziata la fanno poco e male (solo il 21% differenzia regolarmente).