Eurostat. Così cresce in Europa il riciclo degli imballaggi. Vince la Slovacchia, bene l’Italia
L'Italia, che ha riciclato il 46% dei rifiuti di plastica, ha una posizione superiore alla media europea; il 41% era costituito da carta e cartone, il 19% da plastica, il 19% da vetro, il 16% da legno e il 5% da metallo. Ultime Francia, Austria, Danimarca e Malta
Cresce la quantità di rifiuti da imballaggi prodotta in Europa dove aumenta anche, seppure con percentuali più basse, il volume dei materiali riciclati. I paesi più virtuosi sono la Slovacchia con il 60%, il Belgio con il 54%. E poi Germania e Slovenia entrambi al 51%.
L'Italia, che ha riciclato il 46% dei rifiuti di plastica, ha una posizione superiore alla media europea che vede anche percentuali molto basse (come quelle di Francia e Austria al 25%, Danimarca al 23% e Malta al 16%). A delineare questo quadro sono i dati dell'ultimo rapporto Eurostat secondo Radiocor.
I materiali: soprattutto carta
Nel 2022 nell'Unione europea sono stati prodotti complessivamente 83,4 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio, pari a 186,5 chili per abitante. Il valore registra un calo di 3,6 chili rispetto al 2021, ma una crescita di 31,7 chili rispetto a dieci anni prima.
Quanto alla composizione dei rifiuti, il 41% era costituito da carta e cartone, il 19% da plastica, il 19% da vetro, il 16% da legno e il 5% da metallo. Nel 2022, per ogni abitante dell'Ue sono stati generati in media 36,1 chili di rifiuti di imballaggi in plastica e di questi 14,7 chili sono stati riciclati.
La crescita
In dieci anni (dal 2012 al 2022) la quantità di rifiuti di imballaggi in plastica è cresciuta di 7,6 chili a persona mentre la quantità riciclata è aumentata di 4 chili. In Italia nel 2023, come si legge nella relazione generale del Conai (il consorzio nazionale imballaggi) è stato riciclato il 75,3% dei rifiuti da imballaggio. Si tratta di 10 milioni e 470mila tonnellate su un totale di quasi 14 milioni di tonnellate immesse al consumo. È una percentuale di riciclo in forte crescita rispetto al 71% circa del 2022, anche per via di una riduzione delle confezioni immesse al consumo in Italia.