RAEE, Aires: stallo nelle trattative tra le parti incaricate della raccolta
I produttori e importatori di apparecchi elettrici ed elettronici devono tassativamente stipulare accordi della durata di 3 anni con i Comuni
Sono trascorsi ormai oltre 6 mesi dalla data prevista per l’entrata in vigore degli accordi di programma che avrebbero dovuto stabilire nuove regole per la raccolta dei RAEE in Italia fino al 2020, ma ancora non è possibile fare previsioni per uno sblocco della situazione di stallo. Il rischio è quello che tutto slitti all’autunno, se non oltre. La denuncia arriva da Aires-Confcommercio.
La Legge in materia (Decreto Legislativo 49 del 2014) è chiara: i produttori e importatori di apparecchi elettrici ed elettronici devono tassativamente stipulare accordi della durata di 3 anni con i Comuni italiani e con i rappresentanti dei dettaglianti che vendono questi apparecchi ai consumatori finali (garantendo ad essi il ritiro gratuito). Se questi due distinti accordi non verranno raggiunti sarà il Ministero dell’Ambiente ad intervenire e definire il quadro generale del sistema.
“Abbiamo l’impressione che da parte della Associazione Nazionale dei Comuni Italiani si stia tirando troppo la corda”, dichiara Davide Rossi, DG di Aires-Confcommercio (nella foto). “In tutti questi anni, i Comuni hanno sempre goduto di condizioni privilegiate ottenendo incentivi e risorse, anche per progetti di comunicazione non sempre riuscitissimi.”
Aires-Confcommercio ricorda che gli eco-contributi posti sui prodotti elettronici non vengono versati ai commercianti, ma ai consorzi dei produttori i quali poi li utilizzano per i trasporti, per lo smaltimento e per l’erogazione dei cosiddetti “premi di efficienza” versati a favore dei soggetti che materialmente ritirano i RAEE (ovvero i Comuni e i dettaglianti) e li mettono in sicurezza affinché vengano poi avviati al corretto recupero e smaltimento.
“Non abbiamo obiezioni sull’efficienza del sistema ottimamente orchestrato dal Centro di Coordinamento RAEE - aggiunge Rossi - , ma ci sembra inaccettabile che i Comuni pretendano di ricevere premi di efficienza aumentati pur non avendo alcun costo logistico e già ricevendo somme ingenti per la Tassa sui Rifiuti dai Cittadini e dalle nostre stesse imprese. I nostri Associati stanno in questi giorni versando milioni di Euro di TARI, pur producendo pochissimi rifiuti urbani e affrontando ingenti spese per la gestione di rifiuti speciali come i RAEE, ed è più che comprensibile una particolare sensibilità sul tema.
Si pensi allora finalmente a premiare i rivenditori per quanto hanno fatto in questi anni e ancora stanno facendo ogni giorno sostenendo un sistema divenuto ancor più oneroso ancor a seguito della entrata in vigore delle norme sul cosiddetto “uno contro zero” che li obbliga a ritirare e gestire i piccoli RAEE anche a fronte di nessun bene equivalente acquistato”.