Ricerca Ispo – Gli italiani promuovono bioshopper e chimica verde
Studio per Assobioplastiche: oltre il 90% ritiene la legge sulle buste per la spesa un doveroso passo avanti per la tutela dell’ambiente. Il 60% crede nella chimica verde per la crescita del paese e lo sviluppo dell’occupazione. Dubbi però sulla differenza tra biodegradabile e compostabile: la metà degli intervistati non li distingue
Via libera alle sporte amiche dell’ambiente, anche se ci sono ancora dubbi sulla distinzione tra biodegradabile e compostabile. È quanto emerge da uno studio effettuato da Ispo Ricerche, Istituto per gli studi sulla pubblica opinione di Renato Mannheimer, nel mese di novembre 2012.
Realizzata per conto di Assobioplastiche, la ricerca analizza gli atteggiamenti degli italiani nei confronti della chimica verde e delle sue principali applicazioni, tra cui i bioshopper.
Si riconferma elevato il consenso verso la norma che ha messo al bando i tradizionali shopper di plastica a favore di materiali ecocompatibili: rimane costante, infatti, dalla prima delle tre rilevazioni effettuate (maggio 2011, gennaio 2012, novembre 2012), la certezza che si tratti di un passo in avanti nel rispetto dell’ambiente e l’idea che un’imposizione di legge sia positiva se costringe a essere più responsabili (circa 90% di consensi per entrambe le posizioni). Sull’opportunità della legge gli italiani non sembrano avere dubbi, così come non mettono in discussione la necessità delle sanzioni e l’urgenza delle stesse, che per molti (62%) sarebbero dovute entrare in vigore sin dal 2011. Gli operatori del settore hanno avuto, a partire da gennaio 2011, tutto il tempo di adeguarsi: lo pensa il 76%.
La differenza tra bio e compost – Relativamente alla distinzione tra biodegradabile e compostabile le risultanze sono meno uniformi. Non si registrano infatti variazioni sensibili – se non un leggero calo – della quota di chi sa della distinzione tra biodegradabile e compostabile, che non raggiunge la metà degli intervistati. Chi però ne è consapevole di ciò, oggi, più dello scorso anno, sa indicare come distinguerli, soprattutto per una maggiore memorizzazione del mais come componente del compostabile. Gli italiani si stanno quindi abituando, lentamente, a distinguere i materiali.
Non c’è nimby per la chimica verde – Rispetto alla chimica verde, di cui solo un quarto ha già sentito parlare, si riscontra un atteggiamento generalmente favorevole, in particolare tra i più istruiti e i più esposti alle informazioni sui materiali compostabili. Viene compreso il potenziale, ossia la possibilità che si tratti di un settore con possibilità di espansione e conseguente disponibilità di posti di lavoro, sul quale il nostro paese dovrebbe puntare di più: lo pensa il 69% degli italiani.
A questo proposito è interessante notare come non si riscontri un sensibile “effetto Nimby”: tale dinamica colpisce il 26% degli intervistati, ma non il 44%, che si dice d’accordo sia alla conversione di vecchi impianti industriali in nuovi siti per la chimica verde, sia al fatto di veder sorgere uno di questi nelle vicinanze di casa propria.
“I risultati di questa indagine confermano che la coscienza ambientale degli italiani è sempre più consapevole e viva – osserva Marco Versari, presidente di Assobioplastica –come pure il sentimento di rispetto per la legge sui sacchetti per la spesa, ritenuta positiva dalla stragrande maggioranza. Non solo. Gli intervistati iniziano a percepire chiaramente anche le opportunità offerte dalla chimica verde come possibile motore per lo sviluppo ecosostenibile e per la crescita occupazionale”.