A2a risponde a “Presadiretta”: “Niente pcb nell’acqua di Brescia”
Un’inchiesta della trasmissione di Rai Tre denuncia: “La Caffaro ha causato l’inquinamento più grave d’Europa”. A2a replica: “Negli ultimi vent’anni acqua potabile sempre in regola”
Per la trasmissione di Rai Tre “Presadiretta” è “l’inquinamento più grave d’Italia, forse d’Europa, perché riguarda un pezzo intero di città, quattro milioni quadrati di territorio nella zona sud di Brescia dove vivono 25mila persone”. Si tratta del Sin, Sito di interesse nazionale, Caffaro, dal nome della fabbrica che “per cinquant’anni ha buttato nelle acque della città 150 tonnellate di pcb, policlorobifenile allo stato puro, una sostanza altamente tossica per il terreno e per l’uomo”, ha denunciato il programma condotto da Riccardo Iacona nella puntata del 31 marzo.
Pronta la risposta di A2a. “Negli ultimi vent’anni – spiega in una nota la multiutility lombarda – non è stata mai riscontrata la presenza di pcb”. “Si precisa – prosegue il comunicato – che l’acqua distribuita dal civico acquedotto cittadino, gestito da A2a ciclo idrico, è pienamente conforme al decreto legislativo 31 del 2 febbraio 2001 che disciplina la potabilità delle acque adibite al consumo umano. Ciò è dimostrato dai risultati delle oltre duemila analisi effettuate ogni anno da A2a, in aggiunta a quelle dell’Asl, nei pozzi, nelle sorgenti e lungo la rete di distribuzione della città di Brescia”.
Qui la puntata di “Presadiretta” sull’inquinamento a Brescia