La Regione Lazio avvia l’iter per modificare la legge sulla gestione delle acque
Il Governo chiede la modifica in sette punti, evitando così di andare allo scontro in Corte Costituzionale
Sette punti da cambiare per accogliere le osservazioni del Governo ed evitare di andare allo scontro in Corte Costituzionale. La Regione Lazio ha deciso che la sua legge regionale del 4 aprile 2014 sulla tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque subirà delle modifiche in diversi articoli, in particolare nelle parti nelle quali lo Stato ha ritenuto venissero messe in discussione le sue competenze in materia. Lo ha reso noto Il Consiglio regionale, che ha avviato la discussione sulla proposta di legge 276/2015.
In questa sede dovranno essere recepite le censure mosse dal Cdm che “ha sollevato una serie di puntuali osservazioni che non scalfiscono il dispositivo e ci consentono di declinare una legge quadro unica in Italia - ha detto l'assessore all'Ambiente, Fabio Refrigeri. Le osservazioni fatte sono puntuali, rispetto al ricorso in Corte costituzionale abbiamo iniziato un'interlocuzione con l'allora ministro Lanzetta e concordato una modalità di uscita, impegnandoci a determinare dei punti di caduta che salvaguardassero l'integrità del contenuto della norma nella sua valenza di indirizzo e la portassero dentro il perimetro di competenza regionale”.
Autorità di bacino in regola con la concorrenza - Nel nuovo testo viene esplicitato che l'Autorità di Bacino agisce in conformità alle regole della concorrenza, visto che l'intervento del governo era motivato dal supposto intervento da parte dell'Autorità d'ambito sull'applicazione delle regole della concorrenza, di esclusiva competenza statale. In caso di revoca della concessione verrà riconosciuto un indennizzo, e non un rimborso al concessionario. Il pareggio di bilancio “è riferito alla gestione del servizio idrico integrato quale obiettivo e non come criterio cogente per la definizione di meccanismi tariffari che sono di competenza statale”.
Stop al rilascio delle concessioni per le grandi derivazioni - Nel testo si legge ancora che verrà eliminata “la disposizione che impone il rilascio delle concessioni per le grandi derivazioni alle sole autorità ambito di bacino, ma in contrasto con la disposizione nazionale relativa alla modalità di affidamento delle concessione di derivazione d'acqua che rientrano nelle materie della concorrenza e della tutela dell'ambiente di competenza esclusiva dello stato”.
No alla determinazione delle tariffe - All'Autorità d'ambito spetterà poi non la determinazione, ma la predisposizione delle tariffe del servizio idrico, che ora compete all'Autorità per l'Energia elettrica, Gas e sistema idrico. Infine, con l’abrogazione dell'articolo 5 coma 5 lettera d viene eliminata la disposizione in contrasto col principio di unitarietà nella gestione del servizio idrico integrato, che viola la competenza statale in materia di concorrenza, dal momento che dà l'opzione ai singoli comuni di gestire direttamente e senza gara il servizio idrico nel loro territorio.
“Fatta questa legge - ha concluso Refrigeri - ci impegniamo a proseguire molto celermente per sottoporre a questo consesso la definizione degli ambiti di bacino idrografico”.