Agricoltura. In 174 Comuni lombardi divieto di usare i fanghi di depurazione come fertilizzante
L’assessore regionale Rolfi: “Dove c'è sostanza organica non c'è bisogno di fanghi. È aumentato il numero dei Comuni nei quali questa attività è vietata”
"Nel 2022 lo spandimento di fanghi da depurazione nei campi sarà vietato in 174 Comuni lombardi. La materia organica ha reso la pianura padana una delle terre più fertili al mondo. La Regione Lombardia continua a prediligere gli effluenti zootecnici rispetto alla chimica per la fertilizzazione dei campi. Dobbiamo anzi continuare a lavorare affinché la materia organica sia utilizzata per ciò che è: una straordinaria risorsa in ottica di economia circolare, dalla quale poter produrre energia green. Investendo in iniettori e in innovazione tecnologica stiamo contribuendo alla riduzione delle emissioni in atmosfera. La strada è questa, a tutela della zootecnia, dell'agricoltura e dell'ambiente". Lo ha detto l'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, presentando il decreto con il quale la Regione Lombardia ha vietato per l'anno campagna 2021/2022 l'impiego per uso agronomico dei fanghi da depurazione in 174 Comuni del territorio regionale. L'impiego dei fanghi per uso agronomico è dunque consentito solo su terreni non localizzati in Comuni in cui la produzione di effluenti da allevamento, dovuta al carico zootecnico, superi il limite fissato dalla Direttiva nitrati e dalla norma regionale di settore (170 chilo di azoto per ettaro l’anno per le zone vulnerabili; 340 chili di azoto per ettaro l’anno per le zone non vulnerabili).
"La scelta di prediligere concime naturale per la nostra terra - ha aggiunto l'assessore - sarà sempre più vincente anche sotto il profilo dell'immagine aziendale. I fanghi, correttamente trattati, eventualmente devono essere considerati come integrativi dove manca materia organica, non possono sostituirla. Vogliamo dare ai nostri allevatori e produttori la possibilità di essere competitivi sul mercato. In Lombardia, prima regione agricola d'Italia, l'agroalimentare sta guidando la ripartenza". "L'export - ha continuato - fa registrare crescite in doppia cifra anche rispetto al periodo pre-pandemia e dobbiamo sostenere le nostre aziende agricole in questo percorso legato a doppio filo alla sostenibilità ambientale".
"Il numero dei Comuni in cui è attivo il divieto è aumentato rispetto allo scorso anno, segno di una zootecnia che cresce. Questa attività - ha concluso l'assessore Rolfi - è alla base delle Dop italiane più conosciute e apprezzate al mondo. Con l'innovazione tecnologica le nostre aziende agricole hanno la possibilità di abbattere le emissioni e trasformarsi in agroraffinerie in grado di produrre energia pulita".
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