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Ghiacciai addio? I dati dell’allarme. A rischio i “serbatoi” dell’acqua potabile

where Milano when Lun, 24/03/2025 who roberto

Secondo l’Università di Zurigo, il ritiro dei ghiacciai ha subito una rapida accelerazione. Dal 2012 in poi, si è sciolto in media il 36% di ghiaccio in più all’anno rispetto ai dodici anni precedenti. Un rapporto della Legambiente. Un Manifesto per salvare i ghiacciai europei.

Il 5% dei ghiacciai di tutto il montebiancomerdeglacearchiviolegambiente.jpgmondo si è già sciolto. È quanto emerge da un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Zurigo e pubblicato sulla rivista Nature. Intanto a Milano nasce il Manifesto dei Ghiacciai, promosso da Cai, Cgi, Cipra Italia, Euma e Legambiente, insieme a un network di 60 firmatari tra organizzazioni non governative, associazioni, enti di ricerca e altre organizzazioni.
 
Lo studio svizzero
Tra il 2000 e il 2023, si sono persi in media 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno. L’analisi è stata condotta combinando e studiando i dati satellitari e le misurazioni di oltre 10mila ghiacciai in tutto il mondo. Secondo lo studio, il ritiro dei ghiacciai ha subito una rapida accelerazione. Dal 2012 in poi, si è sciolto in media il 36% di ghiaccio in più all’anno rispetto ai dodici anni precedenti. Lo scioglimento dei ghiacciai è la seconda causa dell’innalzamento dei mari e ne ha provocato un aumento complessivo di 18 millimetri. I ghiacciai delle Alpi europee hanno già perso il 39% della loro massa, un dato in linea con le cifre relative ai ghiacciai svizzeri (circa il 38%). “A questo ritmo, i ghiacciai delle Alpi europee non sopravviveranno al secolo”, ha avvertito Michael Zemp, responsabile dello studio.
 
I dati del Cai
Dice il Club Alpino Italiano che in tutto il mondo aumenta la fusione dei corpi glaciali. L'Europa centrale con Alpi e Pirenei è l'area montana più colpita, qui le montagne si stanno riscaldando a una velocità doppia rispetto al resto del Pianeta con ripercussioni a valle, su comunità locali ed ecosistemi.
Dalle vette più alte del mondo per arrivare a quelle europee è s.o.s. ghiacciai. I grandi giganti bianchi a causa della condizione climatica e delle alte temperature arretrano di anno in anno e con loro rischiamo di perdere la più grande riserva d'acqua del pianeta. Negli ultimi 23 anni, dal 2000 al 2023, secondo gli ultimi studi scientifici, i ghiacciai globali, escludendo le calotte continentali di Antartide e Groenlandia, hanno perso il 5,4% della loro massa, una riduzione pari a circa 6558 miliardi di tonnellate. L'Europa Centrale, con Alpi e Pirenei, risulta essere l'area montana più colpita: qui le montagne si stanno riscaldando a una velocità circa doppia rispetto al resto del mondo e fenomeni come frane e colate detritiche sono in aumento. Un quadro a livello globale preoccupante, con ricadute importanti a valle, sulle comunità locali e sugli ecosistemi, su cui occorre intervenire subito.
 
Il Manifesto dei Ghiacciai
Cai, Cgi, Cipra Italia, Euma e Legambiente, insieme a un network di 60 firmatari tra organizzazioni non governative, associazioni, enti di ricerca e altre organizzazioni, hanno presentato all'Università degli Studi di Milano il Manifesto europeo per i ghiacciai. “Riduzione delle emissioni di gas serra, più azioni di adattamento insieme ad una governance europea dei ghiacciai e delle risorse di alta quota, una maggiore cooperazione internazionale tra ricercatori, società civile e istituzioni insieme a campagne di informazione e sensibilizzazione tra i punti chiave al centro del documento”.
 
La ricetta
A indicare la ricetta da seguire , alla giornata internazionale dei ghiacciai, sono Cai (Club Alpino Italiano), Cgi (Comitato Glaciologico Italiano), Cipra Italia (Commissione internazionale per la Alpi), Euma (l'Unione Europea delle associazioni di Alpinismo, European Union Mountaineering Association) e Legambiente che, all'Università degli Studi di Milano, hanno presentato a un network di 60 firmatari tra ong, enti di protezione di ricerca, aree di vigilia e altre aree di protezione di diversi paesi, il Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e per le risorse connesse che hanno promosso. L’obiettivo è creare azioni comuni per garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per le comunità che da essi dipendono, il tutto attraverso un'azione partecipata e condivisa tra le aree transfrontaliere che condividono le stesse condizioni geomorfologiche ed unità ecologiche funzionali.
 
I pilastri
Due i pilastri al centro del Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai - ossia riduzione delle emissioni di gas serra limitando il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e più azioni di adattamento agli impatti dei riscaldamenti globali sui ghiacciai - che si articolano su otto azioni comuni , 4 a livello europeo e 4 a livello generale, di cui si fanno portavoce le associazioni promotrici ei soggetti firmatari. Tutti uniti nel ribadire l'importanza di avviare una governance europea per tutelare e difendere la criosfera, che comprende ghiacciai, calotte glaciali, neve, ghiaccio marino e permafrost, insieme alle aree periglaciali e proglaciali e che rappresentano una delle componenti più sensibili dell'ambiente terrestre.
Si stima, ad esempio, che riducendo le emissioni si potrebbero salvare i ghiacciai in 2/3 dei siti del patrimonio mondiale. Ad esempio, con emissioni molto basse e il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, in alcune zone, come ad esempio l'Himalaya, fino al 40% del ghiaccio regionale potrebbe essere preservato, e alcune aree glaciali potrebbero addirittura iniziare una lenta ricrescita tra il 2100 e il 2300. Anche in Asia centrale e nelle Ande meridionali, una riduzione rapida delle emissioni, in linea con il limite di 1,5°C, permetterebbe di conservare il doppio del ghiaccio rispetto agli scenari più critici.
 
Dipendere dal ghiaccio
"Nel mondo - dichiarano i promotori - oltre due miliardi di persone dipendono dalla neve e dal ghiaccio delle montagne che alimentano fiumi, laghi e falde acquifere, risorse essenziali per ecosistemi, agricoltura, energia, industria e usi domestici. L'anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai rappresenta un'opportunità unica per unire gli sforzi globali nella lotta contro la condizione climatica. Solo attraverso una collaborazione efficace e un impegno condiviso sarà possibile garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e per le comunità che ad essi appartengono. È fondamentale  perseguire obiettivi urgenti e ambiziosi di riduzione delle emissioni, affiancandoli ad azioni di adattamento coordinate, sostenute e sempre più ambiziose, per favorire la resilienza climatica e lo sviluppo sostenibile. La sfida è enorme, ma il tempo per agire è ora”.
 
In Europa
A livello europeo, i promotori e firmatari del Manifesto si fanno portavoce di 4 azioni:
1) creare un sistema europeo di monitoraggio del rischio criosferico, favorendo la condivisione di esperienze maturate a livello locale e regionale e sviluppando un insieme comune di regole per il monitoraggio;
2) istituire una rete multidisciplinare di competenze da condividere, con l'obiettivo di costituire una Governance Europea dei Ghiacciai (EGG);
3) valorizzare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l'adattamento al riscaldamento globale nelle aree glaciali europee;
4) sostenere la leadership e il ruolo guida dell'Europa a livello globale orientando le scelte dell'Unione Europea verso la tutela degli ambienti glaciali, dalle calotte polari ai ghiacciai, e promuovendo la riduzione degli impatti sulla criosfera, sull'uso del suolo e delle risorse idriche.
 
Quattro azioni
A livello generale, i promotori e i firmatari del Manifesto indicano 4 azioni su cui concentrarsi:
1) sostenere il valore e la protezione dei ghiacciai;
2) collaborare con università, centri di ricerca e scuole per sensibilizzare e accrescere la consapevolezza di cittadini e istituzioni, sviluppando percorsi formativi finalizzati a creare nuove professionalità nel campo della mitigazione e dell'adattamento ai riscaldamenti climatici;
3) Istituire spazi di confronto;
4) promuovere e mettere in rete le esperienze provenienti da diverse realtà geografiche, politiche e climatiche, al fine di rafforzare la cooperazione.
I dati della Legambiente
Dati s.o.s. ghiacciai: dall'Everest, il tetto del mondo, al Monte Bianco, la cima più alta d'Europa, la situazione climatica corre veloce tra i ghiacciai di tutte le vette. I dati messi in fila da Legambiente, incrociando diversi studi internazionali, e riassunti nel nuovo dossier dal titolo “S.o.s. ghiacciai: un passato e un futuro da proteggere” che l'associazione ambientalista diffonde - a sostegno del Manifesto europeo e in vista della giornata mondiale dell'acqua dedicata ai ghiacciai - parlano chiaro: dal 2000 al 2023 la maggiore perdita relativa di ghiaccio si verificata nelle regioni con una piccola area glaciale (cioè minore di 15mila km²): Europa centrale (-39%), Caucaso (-35%), Nuova Zelanda (-29%), Asia settentrionale (-23%), Canada occidentale e Stati Uniti (-23%) e ghiacciai di basse latitudini (-20%). (Fonte The Glambie Team).
Passando ai ghiacciai alpini, si registra la perdita di almeno un terzo della massa e con l'incremento delle temperature previste entro il 2050 tutti i corpi glaciali al di sotto dei 3500 metri di quota saranno scomparsi. Tra quelli già estinti c'è il ghiacciaio di Flua in Valsesia, Piemonte (Fonte Cgi) , mentre quelli del Canin (in Friuli-Venezia Giulia) (Fonte Smaa-Cgi) e del Triglav (in Slovenia) sulle Alpi Orientali, si sono ridotti a residui sparsi di neve e ghiaccio. I prossimi destinati a scomparire sono quelli della Marmolada (Fonte Sat-Cgi) e dell'Adamello (Fonte Sgl-Cgi) .
Nel resto del mondo la situazione non è delle migliori: in Pakistan i 13.032 ghiacciai delle catene montuose del Karakorum, Hindukush e Himalaya hanno subito trasformazioni rapide, tanto che nel bacino del Palas (nell'Himalaya pakistano) si è assistito ad un ritiro del 16% solo negli ultimi vent'anni. I ghiacciai montani lungo la costa occidentale della Groenlandia mostrano una riduzione di quasi il 15% dell'area complessiva e di circa il 19% del volume di ghiaccio, dal 1985 al 2020. Le montagne delle Ande hanno perso il 25% della loro copertura di ghiaccio dalla Piccola Era Glaciale. Infine, non va dimenticato che la fusione dei ghiacciai è responsabile per il 25-30% dell'attuale incremento osservato nel livello del mare. Nel mondo sono quasi due miliardi le persone che vivono vicino alle coste, e circa 800 milioni a meno di 10 m sopra il livello del mare. Oggi tale livello risulta circa 20 cm maggiore rispetto al 1900, con un ritmo di crescita che è aumentato di oltre tre volte e attualmente si attesta a 4,5 millimetri l’anno.
 
Il commento
Dichiarazione del presidente generale del Cai e vicepresidente dell'Euma, Antonio Montani: “I ghiacciai non sono solo la più grande riserva d'acqua presente sulle Alpi e, di conseguenza, in Europa, ma sono diventati un simbolo: mostrano a tutti i cittadini, non soltanto agli amanti della montagna, il cambiamento drammatico che il nostro pianeta sta vivendo. Realizzare un manifesto sui ghiacciai significa attirare principalmente l'attenzione sulla loro costante riduzione, con la consapevolezza che il cambiamento paesaggistico della montagna è un fattore estetico, ma già da domani diventerà un problema pratico. Potremmo arrivare a situazioni dove l'acqua mancherà nelle nostre città, quindi è dovere di ognuno di noi interessarsi a queste problematiche e fare tutto ciò che è nelle possibilità per limitare questa tendenza”.

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MONTE BIANCO MER DE GLACE_Archivio Legambiente