Animalìe. Fur Free, raccolte oltre 350mila firme in Europa per vietare l’allevamento di animali da pelliccia nella UE
Ne servono un milione per indurre la Commissione UE ad avviare una iniziativa legislativa finalizzata alla estensione in tutti gli Stati membri del divieto di allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce
L’obiettivo di un milione di firme per impegnare la Commissione UE a dare seguito all'Iniziativa dei Cittadini Europei è ancora lontano, ma con il tempo dovrebbe essere raggiunto: sono infatti già oltre 350mila le firme raccolte tra i cittadini europei per indurre la Commissione UE ad avviare una iniziativa legislativa finalizzata alla estensione in tutti gli Stati membri del divieto di allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce e, anche, all’introduzione in tutta l’Unione Europea di un divieto di commercio (ed import) di prodotti di pellicceria.
Le azioni degli animalisti
Dopo il recente, ampio successo raggiunto con le Iniziative dei Cittadini Europei “End the Cage Age” (per lo stop alle gabbie negli allevamenti, raggiungendo 1,4 milioni di firme validate) e “Salviamo i Cosmetici Cruelty Free” (per lo stop alla sperimentazione animale, raccogliendo 1,4 milioni di firme), le associazioni animaliste di tutta Europa, rappresentate in Italia da Essere Animali, Humane Society International/Europe, ALI - Animal Law Italia e LAV, hanno dato avvio,alla ICE “Fur Free Europe” riscuotendo, ancora una volta, un ampio consenso: nei primi 4 mesi sono già state raggiunte oltre 350mila firme. Di recente, in occasione della Settimana della Moda a Milano, le associazioni LAV, Humane Society International/Europe, ALI - Animal Law Italia ed Essere Animali hanno proiettato sull’edificio al civico 31 di Piazza Duomo, dove ha sede la Camera Nazionale della Moda Italiana (organizzatrice delle Fashion Week) un messaggio importante e urgente: “Act now for a Fur Free Europe”.
La situazione
L’Iniziativa dei Cittadini Europei è lo strumento previsto dal diritto comunitario per generare un processo decisionale più democratico: per questo le istanze che beneficiano di un ampio consenso (la procedura prevede almeno 1 milione di firme valide raccolte in 12 mesi e in almeno 7 Stati membri) devono essere prese in considerazione dalla Commissione europea. In Europa sono già 13 gli Stati membri che hanno formalmente messo al bando l’attività di allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce (Austria, Belgio – dal 2023, Croazia, Estonia – dal 2026, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Rep. Ceca, Slovacchia, Slovenia); tra questi anche l’Italia, con il divieto vigente dal 1° gennaio di quest’anno e grazie al quale verranno risparmiati ogni anno non meno di 60.000 visoni (che, stando all’ultimo ciclo produttivo utile, ogni anno venivano appositamente allevati per poi essere uccisi). Altri Stati membri hanno posto restrizioni: in Germania non esistono più allevamenti; in Spagna non è possibile avviarne di nuovi. In area europea, hanno vietato gli allevamenti “di pellicce” anche Regno Unito, Norvegia (dal 2025) Serbia, Macedonia del Nord, Bosnia (dal 2028), ed anche in Svizzera sono in vigore disposizioni locali particolarmente restrittive, che di fatto impediscono l'apertura di allevamenti. Per coerenza, Fur Free Europe chiede anche il divieto di commercio e di import di prodotti di pelliccia; un divieto che, nel rispetto delle regole del commercio internazionale, è già vigente in California (dal 2019) e in Israele (dal 2021).
Il testo integrale della ICE “Fur Free Europe” è disponibile sul sito istituzionale della Commissione UE a questo link: https://europa.eu/citizens-initiativ...