Antonio Carrara è il nuovo presidente del Parco nazionale Abruzzo Lazio Molise
La sua nomina era stata oggetto di critiche da parte di alcuni ambientalisti. Soddisfatta la Legambiente
Antonio Carrara è il nuovo presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, l’area protetta più importante d’Europa.
La sua nomina era stata oggetto di critiche da parte di alcuni ambientalisti. Ma Carrara, che era presidente della comunità montana peligna, ha tenuto a precisare: "Non erano rivolte a me personalmente". La questione era centrata sul rischio localismo.
Il patto fra istituzioni per salvare l’orso marsicano annunciato dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, "è una bella notizia. Spero che la firma avvenga al più presto e che a dare il battesimo all’accordo sia Pescasseroli, la sede del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise", commenta il neopresidente.
"L’idea che mi sono fatto attraverso la lettura dei dati di monitoraggio e gli studi sulla materia - ha spiegato Carrara - è che, se vogliamo aumentare i numeri della comunità di orso marsicano, occorre creare condizioni favorevoli in un areale più ampio. Questo non significa assolutamente allargare il Parco, allontaniamo fraintendimenti, ma l’avvio di una tutela complessiva con buone pratiche da diffondere anche nelle zone dove non c' è il Parco".
"Auguri di buon lavoro" sono arrivati dal presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza. "Speriamo ora che il nuovo ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, voglia procedere rapidamente alla ricomposizione del consiglio direttivo dell’ente per dotarlo di una più ampia capacità azione necessaria a superare le tante emergenze che in quest' ultimo periodo hanno caratterizzato l’area protetta", ha aggiunto Cogliati Dezza.
"Occorre infatti ripartire di gran lena per rilanciare l’azione del Parco per la tutela della biodiversità e della fauna selvatica e mettere in sicurezza la precaria popolazione di orso bruno marsicano, che oltre al bracconaggio, rischia di essere decimata da altre cause tra cui epidemie e rischi sanitari. Il Parco deve riprendere una forte azione politica verso le Regioni interessate per risolvere anche le annose questioni legate all’approvazione del Piano del Parco, la definizione dell’area contigua, l’efficace controllo del territorio e del bracconaggio e la tutela sanitaria della fauna selvatica".