Aree protette. Gli ambientalisti contro la “beffa” del Delta. La lettera
Ventuno associazioni scrivono a Franceschini e Galletti: “Il Paese non ha bisogno di un parco fantasma”. Il testo integrale
Ventuno associazioni ambientaliste riconosciute (Accademia Kronos, AIIG - Associazione Insegnanti di Geografia, CTS - Centro Turistico Studentesco, Ente Nazionale Protezione Animali, FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Fare Verde, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridico, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, LAV – Lega Antivivisezione, Legambiente, Lipu, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, Touring Club Italiano, VAS, WEF Italia) hanno inviato una lettera aperta al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e a quello dell’Ambiente Gian Luca Galletti chiedendo loro di “procedere finalmente alla istituzione del parco nazionale nel delta del Po”, il più importante fiume italiano e la più grande zona umida del Paese, protetta a livello internazionale e di esprimere “contrarietà politico-istituzionale all’emendamento proposto al disegno di legge di Bilancio 2018” che vorrebbe istituire un “parco fantasma” del Delta del Po e qualsiasi iniziativa analoga.
Questo il testo integrale della lettera:
Caro ministro Franceschini,
Caro ministro Galletti,
“Conosciamo la Vostra vicinanza e il Vostro interesse alle annose vicende legate alla tutela unitaria dell’area del Delta del Po, rilanciata nel 2015 dalla classificazione quale riserva MAB-UNESCO, e sappiamo che gli uffici competenti dei vostri ministeri hanno seguito con attenzione le norme proposte nell’ambito dell’elaborazione del disegno di legge di riforma della legge quadro sulle aree protette (AS N. 119) e, in questi giorni, riguardanti l’emendamento presentato dal Gruppo PD al Senato al disegno di legge di Bilancio 2018 (AS N. 2960).
“Permetteteci di rilevare come in entrambi i casi i riferimenti formali alla legge n. 394/1991 siano nella sostanza del tutto impropri, perché le norme proposte creano di fatto un “parco di nuovo tipo” che: a) non ha alcuna vocazione precipua alla tutela della biodiversità; b) non classificabile né come vero parco naturale nazionale, né come parco interregionale e senza che sia garantita una governance unitaria; c) non assicura nemmeno una tutela efficace per le aree della Rete Natura 2000, visto che alcuni tra i siti più importanti vengono esplicitamente esclusi dall’area parco; d) avrebbe, oltretutto, una dipendenza economico-finanziaria e, quindi, funzionale da Regioni ed Enti locali (come richiesto nella modifica alla Legge di Bilancio 2018)”.
Un “parco”, quindi, senza una forma di gestione unitaria e una mission chiara, che non supera i limiti attuali dei due parchi regionali (veneto ed emiliano-romagnolo) esistenti, incapaci di garantire in questi decenni un’efficace tutela dell’ambiente e la meritata valorizzazione culturale. Un “parco” di cui né il Paese, né gli stessi enti locali e cittadini delle aree interessate e men che meno le sottoscritte associazioni ambientaliste riconosciute, hanno bisogno.
Non possiamo, quindi, che chiederVi, a 26 anni dalla previsione contenuta nella legge n. 394/1991 (legge quadro sulle aree protette) di procedere finalmente alla istituzione di un parco nazionale nel delta del più importante fiume italiano e nell’area umida più estesa del nostro Paese e di esprimere la Vostra contrarietà politico-istituzionale all’emendamento proposto al disegno di legge di Bilancio 2018, anche con gli atti formali conseguenti richiesti nella dialettica tra Governo e Parlamento, e dire no a qualsiasi altra iniziativa normativa che riproponga gli stessi contenuti delle due proposte richiamate".