L’aria che respiriamo. Analisi Ue, le norme potrebbero dimezzare i morti da smog
Nel 2030 il numero di vittime da inquinamento atmosferico potrebbe essere inferiore del 55% rispetto al 2005, se i Paesi Ue riuscissero ad attuare la legislazione comunitaria
Nel 2030 il numero di morti da inquinamento atmosferico potrebbe essere inferiore del 55% rispetto al 2005 se i Paesi Ue riuscissero ad attuare pienamente la legislazione comunitaria. Situazioni in miglioramento continuo ma in condizioni geografiche e meteo climatiche avverse come la Pianura Padana o i Paesi Bassi; presenza di industria ad alto inquinamento come in alcune regioni della Polonia o della Slovacchia; l’utilizzo di combustibili a forte produzione di polveri fini, come in Italia Centrale o nel Nord Europa: sono alcune delle conclusioni cui arriva il secondo rapporto Clean Air Outlook della Commissione europea, che presenta le prospettive di riduzione dell'inquinamento atmosferico nell'Unione fino al 2030.
L’Italia in infrazione
Un obiettivo impegnativo è l'applicazione dei nuovi tetti 2020-29 per le emissioni di inquinanti di anidride solforosa, ossidi di azoto, ammoniaca, composti organici volatili non metanici e particolato, regolamentati dalla direttiva Nec. Lo scorso luglio la Commissione europea aveva aperto una procedura di infrazione contro l'Italia e il Lussemburgo, unici paesi Ue a non aver ancora presentato il piano nazionale Nec, previsto per aprile 2019. Secondo la relazione, per il nostro paese la riduzione degli ossidi di azoto di oltre il 30%, e dei composti organici volatili di almeno il 30%, sono gli obiettivi che richiedono più sforzi.