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L’aria che tira. I dati Arpa-Snpa: stabili le polveri, scende il biossido di azoto, picchi d’ozono in estate

where Roma when Lun, 27/02/2023 who roberto

Nel 2022 superamenti diffusi in alcune aree del Paese, ma nel complesso prosegue l’andamento decrescente degli inquinanti negli ultimi dieci anni

Come va l’aria in Italia? L’inquinamentosmog-biossido-azoto.jpg scende, l’aria è sempre meno irrespirabile ma c’è ancora troppo  inquinamento, soprattutto in alcune zone del Paese. Lo rileva l’analisi per il 2022 dell’Snpa, il sistema nazionale di protezione dell’ambiente che insieme con l’Ispra mette in rete tutte le Arpa e riconduce a documenti nazionali i dati ambientali regionali.
 
Le polveri sottili Pm10 e Pm2,5
Rispettato nell’80% delle stazioni di monitoraggio il valore limite giornaliero del Pm10 (50 microgrammi al metro cubo da non superare per più di 35 giorni in un anno) nel 2022, con superamenti in quasi tutto il bacino padano, nell’agglomerato di Napoli-Caserta, nella zona della Valle del Sacco (Frosinone), nell’area della Piana Lucchese e della pianura di Venafro (Isernia), in provincia di Brindisi, a Roma e nella provincia di Ragusa.
Si registrano percentuali più alte, invece, se si guarda ai valori limite annuali delle polveri sottili Pm10 e del Pm2,5: a rimanere nei limiti dei 40 microgrammi al metro cubo per il Pm10 e dei 25 per il Pm2,5 sono rispettivamente il 99,6% e 98,7% dei punti di misura, con poche localizzate eccezioni.
 
Il biossido di azoto e l’ozono
Nell’anno appena trascorso, anche il valore limite annuale del biossido di azoto è rispettato nella larga maggioranza delle stazioni di monitoraggio (97,5%), sebbene sia da registrare il superamento in un numero limitato di stazioni, localizzate in grandi aree urbane in prossimità di importanti arterie stradali: Torino, Milano, Bergamo, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo. Il valore limite orario è invece rispettato ovunque.
Situazione più complessa per l’ozono, con livelli di concentrazione che in larga parte del paese non rispettano gli obiettivi previsti dalla legge: nel 2022 solo l’11% delle stazioni è risultato nei limiti, con particolari picchi in estate dovuti al caldo estremo e all’assenza di precipitazioni.
 
Senza piogge l’aria non si lava
Da una preliminare valutazione dell’andamento tendenziale, si registra una sostanziale stabilità dei livelli di Pm10 e Pm2,5 rispetto a quanto osservato negli ultimi 3-4 anni, con valori in alcuni casi mediamente più alti nel 2022 a causa probabilmente di un primo trimestre dell'anno particolarmente sfavorevole da un punto di vista meteo-climatico, con frequenti e intensi periodi di stagnazione atmosferica (alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente). La pioggia e il maltempo infatti “lavano” l’aria da molti degli inquinanti, trascinandoli con sé, e la siccità di questi mesi ha fatto sentire il suo effetto non solo nella disponibilità d’acqua ma anche nella minore pulizia dell’aria.
 
La conclusione
Su un orizzonte temporale più ampio, i primi dati sembrano confermare l’andamento osservato nel periodo 2012-2021, con una riduzione marcata e progressiva per il biossido di azoto, estesa alla maggior parte delle stazioni, e una riduzione significativa del Pm10 e del Pm2,5 nella maggioranza dei punti di misura.
Mentre il trend decrescente del biossido di azoto appare consolidarsi, con livelli superiori solo a quelli registrati nell’anno del lockdown, la tendenza relativa all’ozono risulta stazionaria anche sul lungo periodo.
Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha svolto una prima analisi dei dati 2022 - che andranno consolidati nei prossimi mesi con il completamento del processo di validazione dei dati - e fatto un quadro sull’andamento degli inquinanti dell’aria negli ultimi dieci anni. Sono i tecnici delle Arpa/Appa, con il coordinamento tecnico dell’Ispra, a monitorare la qualità dell’aria in Italia grazie ad una rete di oltre 600 stazioni di misura sparse su tutto il territorio. I dati sulla concentrazione di inquinanti raccolti da Snpa tengono conto sia delle medie annuali - significative perché descrivono dal punto di vista della salute la “cronicità” dell’inquinamento dell’aria in un’area - sia degli sforamenti dei limiti giornalieri e orari, più legati ai picchi di concentrazione.
 
Tutti i dati dello studio Snpa: https://www.snpambiente.it/la-qualit...

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