In breve - In breve. Eni accusata da Greenpeace e Re:Common, l’occupazione mineraria delle Apuane
L’Eni accusata da Re:Common e Greenpeace: “Alle rinnovabili solo briciole”
Reclaim Finance, Re:Common e Greenpeace pubblicano una nuova analisi della strategia climatica dell’Eni presentata agli investitori nel mese di marzo e inclusa nella relazione annuale del 2022. Secondo gli ecologisti, gli obiettivi di Eni non sono affatto in linea con gli impegni sul clima sanciti dall’Accordo di Parigi e la compagnia continua nell’espansione di petrolio e gas, “incurante della crisi climatica ogni giorno sotto i nostri occhi”. Nel 2021 l’Eni si è classificata al 19° posto tra i produttori di petrolio. “Continua nel suo business as usual fossile”, dichiara Antonio Tricarico di Re:Common. Nelle rinnovabili l’Eni investe 1,65 miliardi di euro l'anno “meno del 20% degli investimenti previsti”.
Cave apuane: la polizia pedina gli escursionisti ecologisti
In aprile si è svolta lungo il tratto di sentiero CAI 31 dal Castellaccio al Picco di Falcovaia un’escursione politica promossa da Athamanta con l’obiettivo di unire escursioni a momenti di riflessione sulla montagna, sulla sua accessibilità, sulla sua salvaguardia, sull’occupazione delle aree demaniali, dei territori vincolati da usi civici e da diritti di passo. “Al punto di ritrovo, oltre ad escursionisti ed escursioniste, si sono presentate anche le forze di polizia” fanno sapere da Athamanta. Il sentiero 31 è sbarrato e "le industrie parlano di proprietà, le montagne sono della collettività". Nel tratto di sentiero 31 tra Fondone e Picco di Falcovaia gli escursionisti apuani sono stati seguiti da un’auto della polizia, che agiva a tutela degli interessi della società mineraria Henraux che ha attività di cava proprio nell’area estrattiva delle Cervaiole.