I camion senza fumo. Kyoto Club e Motus-e per il progetto europeo sugli Zero Emission Truck
La nuova proposta della Commissione Ue vuole livelli più rigorosi per quasi tutti i veicoli pesanti nuovi e punta a ridurre le emissioni del 90% entro il 2040
Anche le imprese devono procedere spedite per sviluppare investimenti e tecnologie verso i camion a zero emissioni. Lo afferma il rapporto “La ricarica del trasporto merci” realizzato dal gruppo di lavoro Zet Zero emission truck, coordinato da Kyoto Club e Motus-e sulla base delle indicazioni emerse in queste settimane dalla Commissione Ue, indicazioni di cui ha dato ampiamente conto anche e-gazette. Lo studio riguarda i veicoli commerciali (furgoni) e i veicoli industriali (camion).
Colonnine per ricaricare i furgoni elettrici
Lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica per i veicoli commerciali elettrici, attraverso una rete su spazi privati (come i piazzali aziendali) ma anche su suolo pubblico, è indispensabile per la diffusione dei mezzi commerciali leggeri (Lcv) e pesanti (Hdv) a batteria.
Nonostante le note criticità legate alle autorizzazioni, sotto il profilo delle infrastrutture di ricarica l’Italia sta andando nella giusta direzione dal punto di vista del trasporto passeggeri. Ora però – afferma lo studio - è necessario accelerare anche sul processo di decarbonizzazione ed elettrificazione della logistica e del trasporto merci, ed è auspicabile in questo senso uno sforzo congiunto ad hoc in ambito urbano tra Comuni e privati.
Le decisioni europee
Come riportato da e-gazette, proprio in questi giorni dall’Europa sono arrivate due novità. La Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi ambiziosi per il taglio delle emissioni CO2 dei veicoli pesanti nuovi (-45% dal 2030, -65% dal 2035 e -90% dal 2040). Inoltre, l’Europarlamento ha ratificato in via definitiva lo stop alla vendita dal 2035 delle auto e dei veicoli commerciali leggeri che non siano a emissioni zero. Secondo il rapporto “La ricarica del trasporto merci” di Kyoto Club e Motus-e, il 96% dei veicoli per il trasporto merci circolanti in Italia ha una percorrenza inferiore ai 300 chilometri giornalieri. Questa flotta è ancora alimentata quasi completamente con carburanti di origine fossile e a fronte degli oltre 150mila veicoli commerciali leggeri immatricolati nel 2022, solo 4mila sono elettrici a batteria. Il rapporto fotografa però anche che le immatricolazioni elettriche sono in costante aumento: oltre 4mila nella categoria N1 di fronte alle 640 del 2018 e alle 1.014 del 2019.
Le soluzioni
Per facilitare la decarbonizzazione del comparto e potenziare una rete di ricarica dedicata, si osserva nello studio, è estremamente importante lo sviluppo di progetti pilota su suolo pubblico dei Comuni, in collaborazione con enti privati, in grado di abilitare investimenti nei depositi che si stimano fino a 10 miliardi di euro al 2030.
Tra le iniziative caldeggiate, si chiede ai Comuni di abilitare l’installazione di punti di ricarica di media potenza nei parcheggi di carico e scarico su strada; di riqualificare aree comunali per nodi di ricarica lungo il percorso in ambito urbano e rimessaggi comunali per imprese di logistica e mezzi di partite Iva; di applicare una scontistica sulla ricarica sia lungo il percorso sia notturna in rimessaggio, di fornire servizi di sharing di veicoli commerciali elettrici.
Lo studio contiene suggerimenti anche per i privati. Gli operatori di ricarica, ad esempio, potrebbero fornire offerte flat integrate agli operatori di logistica per abbattere il costo operativo dei veicoli e garantire un tasso di utilizzo più alto alle infrastrutture. Fondi immobiliari e banche, dal canto loro, potrebbero riqualificare aree industriali dismesse in portafogli per crediti inesatti per creare depositi o hub di ricarica, ed è auspicabile anche che supermercati e aree commerciali possano mettere a disposizione un punto di ricarica ad alta potenza durante le operazioni di carico e scarico. Gli operatori della logistica, infine, potrebbero offrire la possibilità a terze parti di ricaricare ad alta potenza nei depositi durante le ore di operatività dei propri mezzi.