Capriolo italico: per la prima volta un piccolo nato in cattività. Accade nel grossetano
La genetica conferma: si tratta di capriolo italico (sottospecie autoctona della provincia di Grosseto), i due individui, madre e piccolo, potranno essere liberati in un'area protetta del Sud Italia a scopo di conservazione
Buone notizie dal Centro Studi Faunistici della Toscana Meridionale: il 14 maggio la fototrappola posizionata all'interno del recinto ha immortalato la femmina di capriolo con al fianco un piccolo. Questo evento testimonia il buon esito della gravidanza e porta così a due il numero di individui da poter liberare in un'area protetta del Sud appena il piccolo sarà in grado di affrontare la cattura e il viaggio.
La femmina, probabilmente allevata dall'uomo visti i collarini colorati che portava al collo, era stata avvistata lo scorso aprile all'interno di un'area addestramento cani dell'Azienda Pietratonda (Comune di Civitella Paganico), una zona poco sicura per lei a causa della presenza frequente di cani in attività. Il personale dell'U.P. Attività Faunistico-Venatorie della Provincia di Grosseto era intervenuto, sebbene non fosse il momento più idoneo per la cattura ma proprio per evitare che potesse partorire nell'area addestramento cani, portandola in salvo, con un mezzo attrezzato, nel recinto del Centro Studi Faunistici della Toscana Meridionale gestito dalla Provincia stessa, in collaborazione con le Bandite di Scarlino e situato in località Santa Lucia. Dopo aver effettuato i prelievi per le analisi genetiche, l’animale è stato liberato.
I risultati delle analisi hanno confermato che si tratta di capriolo italico, la sottospecie autoctona della provincia di Grosseto. Madre e piccolo potranno essere trasportati e rilasciati in un'area protetta dell’Italia meridionale a scopo di conservazione. Le popolazioni del meridione infatti sono ridotte numericamente e la Provincia ha già collaborato a progetti di reintroduzione di questo taxon sotto la supervisione dell'Ispra.