Centro Oli Viggiano, arrestato per disastro ambientale un ex dirigente Eni
Secondo i pm vi era una “precisa strategia” per “nascondere i gravi problemi e le conseguenze” del disastro provocato dallo sversamento
Un dirigente Eni arrestato e altre tredici persone indagate a vario titolo con l'accusa di disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico. È quanto emerge dall'indagine condotta dai Carabinieri del NOE di Potenza e coordinata dalla locale Procura della Repubblica per fare luce sugli sversamenti di petrolio avvenuti al centro Eni di Viggiano tra il 2016 e il 2017, che finirono per contaminare il “reticolo idrografico” della Val d’Agri.
In manette è finito Enrico Trovato, all’epoca dei fatti responsabile del Centro oli di Viggiano. Nei suoi confronti il gip di Potenza Ida Iura ha emesso una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Tra gli indagati dell'inchiesta alcuni dirigenti della compagnia petrolifera ma anche pubblici ufficiali componenti del comitato tecnico regionale della Basilicata, il cui compito era proprio quello di controllare l’attività estrattiva dell’Eni a cominciare dai rischi ambientali.
Secondo i pm, vi era una “precisa strategia condivisa dai vertici di Milano” per “nascondere i gravi problemi e le conseguenze”, attraverso una condotta di “sconcertante malafede e spregiudicatezza”. L'ordinanza è arrivata a conclusione di una lunga e complessa indagine condotta sia attraverso indagini tradizionali sia con accertamenti tecnici e consulenze tecniche che hanno prodotto una consistente documentazione. Il caso venne a galla all'inizio del 2017, dopo il ritrovamento di petrolio in un depuratore. Le indagini accertarono che il petrolio aveva raggiunto la rete fognaria e poi la rete idrografica circostante, a due chilometri dalla diga del Pertusillo, che fornisce acqua alla Puglia e, per l'irrigazione, ad oltre 35 mila ettari di terreno
La replica di Eni - "Eni prende atto dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria nell'ambito dell'indagine sullo sversamento da un serbatoio del Centro Olio di Viggiano condotta dalla Procura di Potenza e che coinvolge alcuni dipendenti Eni". La società "ritiene di essere intervenuta tempestivamente e di aver posto in essere tutti i migliori interventi di Messa in Sicurezza di Emergenza con l'obiettivo di contenere, perimetrare e rimuovere la contaminazione".