In Cina le proteste della minoranza mongola bloccano alcune fabbriche chimiche
Il nuovo nimby del Paesi emergenti
Le autorità del nord della Cina hanno promesso di sospendere le attività di diverse fabbriche chimiche, dopo che una manifestazioni contro le loro emissioni inquinanti è sfociata nella violenza.
In un comunicato, il Centro d'informazione sui diritti dell'uomo in Mongolia del Sud, un'associazione di difesa dei membri della comunità mongola, ha affermato che una persona è stata uccisa e decine arrestate quando circa 2mila poliziotti sono intervenuti per disperdere una manifestazione durante il weekend.
I dimostranti erano scesi in piazza per protestare contro l'inquinamento provocato da queste raffinerie, accusate di sversare i loro agenti inquinanti nella steppa che viene usata per il pascolo degli allevatori locali.
“Restituiteci la nostra acqua pura e il nostro cielo blu”, si leggeva su una delle banderine portate dai dimostranti, immortalate dai social network. Altre immagini mostrano un'auto della polizia rovesciata e decine di poliziotti in tenuta antisommossa.