Sul clima l’Italia chiede un taglio del 40% per le emissioni di CO2
Il pressing di Francia, Germania e Inghilterra. Cruciali i criteri per la ripartizione degli sforzi, bisognerà tenere conto del debito pubblico
"Nonostante gli interventi effettuati fino ad oggi per la promozione di rinnovabili ed efficienza energetica, oltre al contributo della crisi economica alla riduzione dei consumi energetici e delle emissioni, l’obiettivo di riduzione del 40% della CO2 per l’Italia richiede ancora forti misure integrative in tutti i settori". Queste le parole del ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, nel dibattito al Consiglio Ambiente Ue sul pacchetto clima-energia per il 2030. Secondo Galletti, è importante che alla scadenza della decisione di ottobre siano chiari obiettivi e criteri; in particolare, il punto cruciale saranno i criteri di ripartizione degli sforzi nazionali. Alcuni Paesi Ue alle prese con un rigoroso consolidamento di bilancio, ha ricordato Galletti, "avranno difficoltà a reperire le risorse necessarie verso un’economia a basso contenuto di carbonio e in questo senso il livello del debito potrebbe essere un utile indicatore per individuare quelli che presentano queste criticità". Per il passaggio a un’economia verde l’Italia punta su alcune politiche, a partire dalla "progressiva sostituzione di combustibili e tecnologie ad alto contenuto di carbonio in vari settori, come nei trasporti, in cui andrebbe incoraggiato l’uso dei biocarburanti di seconda generazione", ha ribadito Galletti.
Secondo il ministro dell’Ambiente altri due tasselli utili sono quelli della "fiscalità energetica a livello europeo a favore di tecnologie e sistemi di gestione a basse emissioni e l’impiego di strumenti finanziari europei nei settori strategici".
Pressing di Germania, Francia e Gran Bretagna al Consiglio Ambiente Ue per riuscire a definire entro ottobre il pacchetto clima-energia per il 2030, che preveda un target di riduzione del 40% della CO2 in primis, ma anche rinnovabili ed efficienza energetica.
"Una decisione va presa ad ottobre, che includa anche le rinnovabili e l’efficienza energetica" ha sottolineato il ministro dell’ambiente tedesco, Barbara Hendricks, affermando che "l’Unione europea è pronta ad aumentare le proprie ambizioni". Il pacchetto clima-energia per il 2030 "va visto nell’ottica dei costi, ma anche dei benefici: c’è anche un costo dell’inazione", ha aggiunto Hendricks. Una linea ripresa dal ministro dello Sviluppo sostenibile e dell’Energia francese, Segolene Royale, che guarda alla conferenza Onu sul clima di Parigi 2015.