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Cop 18 – Il rapporto che apre uno spiraglio: l’obiettivo due gradi è possibile

where Doha (Qatar) when Lun, 03/12/2012 who redazione

Limitare il riscaldamento si può, ma servono impegni immediati secondo “Climate action tracker”. A Doha sfila la prima manifestazione di attivisti e ambientalisti nella storia del Qatar: in ballo il futuro di Kyoto e i 100 miliardi di dollari del Green climate fund. Qui la diretta della conferenza Onu con il Wwf

L’obiettivo internazionale di contenere l’aumento del riscaldamento climatico sotto la barra dei due gradi centigradi potrebbe essere ancora raggiunto. Ma solo abbassando del 15% prima del 2020 le emissioni mondiali di gas a effetto serra. Lo affermano gli autori del rapporto “Climate action tracker”, presentato a Doha dove è in corso la diciottesima conferenza mondiale sul clima dell’Onu (Cop 18, www.cop18.qa). In Qatar viene discusso il secondo piano di azione del protocollo di Kyoto e il futuro del Green climate fund, il fondo per l’ambiente da 100 miliardi di dollari l’anno.
“Limitare il riscaldamento globale è tecnicamente ed economicamente fattibile – dicono gli esperti – ma solo con precise ambizioni politiche, supportate da un’azione immediata”. Nel corso dei negoziati di Doha, la Banca Mondiale ha stimato che l’attuale livello di emissioni di CO2 rende quasi insostenibile l’impegno assunto dalla comunità internazionale per contenere il riscaldamento globale a due gradi in più rispetto all’epoca preindustriale. Secondo il rapporto, il termometro potrebbe realmente aumentare di quattro gradi nel corso del secolo. In parallelo, il programma sull’ambiente delle Nazioni Unite (Unep) prevede un aumentato da tre a cinque gradi, tenendo conto delle promesse attuali degli stati.

“Yalla, yalla, climate justice now” - Per la prima volta nella sua storia, il Qatar ha assistito a una manifestazione di attivisti e ambientalisti. Che, provenienti da tutto il mondo, hanno marciato nel fine settimana lungo la Corniche, la principale baia di Doha. Gridando lo slogan “Yalla, yalla, climate justice now”, un po’ in arabo e un po’ in inglese, hanno sfilato circa cinquecento persone, ma ne erano attese molte di più: grande assente Greenpeace. “Ci si aspetta che questo genere di negoziati non riesca a risolvere in modo significativo i problemi – osserva Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed energia del Wwf Italia, a Doha per seguire i negoziati – Ma è arrivato il momento in cui le aspettative devono essere smentite. I governi di tutto il mondo hanno ancora la possibilità di venire a Doha e far succedere qualcosa. E la fiducia tra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo sarà il fattore decisivo per il successo dei negoziati”.

Dare credito alla scienza - Il Wwf ha aperto una diretta web dalla Cop 18 all’indirizzo www.wwf.it/cop18, dove ribadisce che occorre “dare credito alla scienza e raggiungere un accordo perché il picco delle emissioni avvenga entro il 2015”. Per l’associazione del panda è fondamentale raggiungere l’impegno di 100 miliardi di dollari all’anno “per evitare un cambiamento climatico disastroso e fuori controllo”. E spetta ai paesi industrializzati mobilitare risorse.
Il Qatar, da questo punto di vista, non dà l’esempio: l’emirato del Golfo, infatti, detiene il record mondiale di emissioni di CO2 pro capite e quello di consumo di acqua, con 1.200 litri di acqua utilizzati al giorno dai propri cittadini.

Segui la diretta da Doha con il Wwf!

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