I danni dello smog. L’allarme degli ecologisti in Puglia, Lombardia e Piemonte
Puglia: Legambiente, Andria fra le 10 città più inquinate da Pm10
Molti i commenti dalle diverse città alla presentazione della nuova edizione del rapporto annuale Mal’aria della Legambiente. Tra questi, i pareri che arrivano da Torino, da Milano e dalla Puglia.
Qui Puglia
"Di tutte le città pugliesi prese in esame la maglia nera va ad Andria (Bat), città che ha sforato per 47 giorni il limite consentito dalla legge. Sul dato annuale, però, Andria resta nei limiti con un'emissione di 34 microgrammi per metro cubo. Ad ogni modo, secondo i dati analizzati da Legambiente, sarebbe necessaria una riduzione del 41% di produzione di Pm10". Così la Legambiente Puglia commenta il rapporto Mal’aria.
"Discorso analogo, per Andria, per quanto riguarda il Pm2,5, con una produzione media annuale di 16 microgrammi per metro cubo, il peggior dato delle province pugliesi, comunque al di sotto del limite normativo indicato di 25 microgrammi per metro cubo", prosegue. "Infine idem dicasi per i dati relativi all'NO2, peggior dato della Puglia insieme a Bari con 22 microgrammi per metro cubo, che se è vero che restano ben al di sotto del limite normativo, non è altrettanto vero che rientrano nei nuovi parametri di riferimento da raggiungere entro il 2030 (20 microgrammi per metro cubo), né in quelli posti dall'OMS (10 microgrammi per metro cubo)", va avanti Legambiente Puglia.
Secondo Ruggero Ronzulli, presidente della Legambiente Puglia, "tutte le città pugliesi sono chiamate a dare il proprio contributo, in tutela della salute dei loro cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall'industria all'agricoltura".
Qui Lombardia
Dice la Legambiente Lombardia: tra le 10 città più inquinate da Pm10 in Italia, ben 4 sono lombarde: Milano, Cremona, Lodi e Monza e per la presenza di NO2 nuovamente in vetta Milano, Monza e si classifica anche Como, facendo della regione la peggiore del Paese.
“La realtà è forse più preoccupante: non esistono efficaci o anche soltanto significativi piani di rientro dai cronici superamenti”, afferma la sede lombarda dell’associazione ecologista.
“Dobbiamo iniziare a chiederci se bastino provvedimenti come le Low Emission Zone, finora vista solo a Milano con AreaB – commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico della Legambiente Lombardia -. La realtà che dobbiamo affrontare è quella di una drastica sterzata verso il trasporto collettivo, in Lombardia particolarmente sofferente sia per la inadeguatezza dell'operatore regionale Trenord, sia per l'assenza di investimenti adeguati e di innovazione nell'offerta”.
Qui Piemonte
"I dati forniti sulla qualità dell’aria di Torino si basano sulle nostre rilevazioni e non c’è dubbio che ci sia un numero di sforamenti elevato. Occorre però anche fare i conti con condizioni geografiche e metereologiche non del tutto favorevoli", replica il direttore di Arpa Piemonte, Angelo Robotto. "In un uno studio che abbiamo recentemente pubblicato abbiamo fatto dei confronti tra i parametri metereologici primari, che riguardano lo spazio a disposizione per diluire gli inquinanti, la velocità del vento e la pressione atmosferica. Mettendo insieme tutti questi parametri si vede che nel nord Italia la qualità dell’aria è peggiore rispetto ad altri paesi europei nonostante la massiccia riduzione delle emissioni che è stata fatta in questi anni, a dimostrazione che la condizione geografica aggrava di molto la situazione perché vanifica molte iniziative. Il che non significa che non si debbano fare perché in questo caso, anche a fronte dei cambiamenti climatici di oggi, ci troveremmo in una situazione certamente peggiore", osserva Robotto che prosegue "gli studi ci dicono che per migliorare la situazione bisognerebbe annullare le emissioni di un’intera area, ma questo ovviamente non è di competenza tecnica. La soluzione, quindi, è proseguire sulla strada tracciata, magari accelerando alcune iniziative, migliorare il parco auto, incidere sul traffico, più controlli per un corretto abbruciamento delle biomasse legnose e sulla qualità del materiale impiegato, mettere a regola i sistemi di riscaldamento, investire in agricoltura per ridurre gli inquinanti come è stato fatto per le industrie", conclude il direttore di Arpa precisando che "le indicazioni tecnico scientifiche che periodicamente forniamo alla Regione sono recepite".