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Difendere la biodiversità. Ecco com’è andata la Cop16 di Roma. (Benino, non troppo)

where Roma when Lun, 03/03/2025 who roberto

Il commento di Bencini dell’Italian Climate Network: “Il risultato di Cali e poi Roma poteva sicuramente essere più ambizioso, nelle cifre come nelle modalità, ma occorre ricordare il difficile percorso”. Per il Wwf “è stata tracciata la via da seguire per istituire un sistema efficace per mobilitare fondi per la natura”.

Si è chiusa la sera del 28 febbraiocdaniellebrigida-wwfus_0.jpg la sessione extra della Cop16 sulla biodiversità, convocata alla Fao a Roma per affrontare i temi rimasti irrisolti dopo la sospensione della conferenza di Cali, Colombia, nel novembre 2024.
Nella tarda serata è stato ufficialmente approvato nel suo insieme un pacchetto di decisioni chiave che, come ha commentato la presidente di Cop16, Susana Muhamad, ha dato “muscoli, gambe e braccia” al Quadro Globale per la Biodiversità, lanciato alla Cop15 nel 2022 - paragonabile, per la biodiversità, a quello che l’accordo di Parigi rappresenta per il clima.
Tutti e quattro i testi negoziali su cui si è lavorato a Roma (L34, L31, L26 e L33) sono relativi ai due filoni chiave di questo negoziato: la finanza e il monitoraggio per misurare il raggiungimento degli obiettivi.
Proprio come a Cali (ma anche come, in parallelo, alla Cop29 sul clima di Baku), il nodo cruciale è stato il tema della finanza, lo stesso su cui la Cop16 si era arenata in Colombia e su cui anche qui a Roma il divario tra Paesi più ricchi e Paesi in via di sviluppo è rimasto ampio.
 
I due temi
Al centro della discussione la creazione di un nuovo fondo dedicato alla biodiversità oltre al Gef (Global Environment Facility), al quale si opponevano diversi Paesi ricchi ma considerato necessario da molti Paesi in via di sviluppo. Alla fine si è deciso di istituire una struttura permanente per il meccanismo finanziario nella cornice dell’esistente Gef, in conformità con la Convenzione.
I negoziati hanno visto anche l'approvazione di altre decisioni, tra cui una strategia per mobilitare risorse dal 2025 al 2030 per l'attuazione del Quadro Globale per la Biodiversità. Le parti hanno anche richiesto di avviare un dialogo internazionale tra i ministri dell'Ambiente e delle Finanze dei Paesi sviluppati e in via di sviluppo al fine di contribuire ad accelerare la mobilitazione delle risorse.
Confermato inoltre l’obiettivo di mobilitare per la biodiversità almeno 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. I Paesi sviluppati dovranno stanziare almeno 20 miliardi all’anno, per arrivare ad almeno 30 miliardi entro il 2030, a favore dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo.
Oltre alla finanza, l’altro filone principale su cui si è lavorato alla Cop16 è stato quello del monitoraggio delle misure attuate per la biodiversità. Anche se può sembrare un tecnicismo meno rilevante misurare i progressi compiuti è fondamentale per avere risultati concreti e ottimizzare gli investimenti. A Roma è stato approvato un pacchetto di indicatori, fondamentale per misurare i progressi e i 23 obiettivi del Quadro Globale per la Biodiversità.
È stata adottata una decisione per rafforzare la cooperazione tra la Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica e altre organizzazioni internazionali, insieme a un accordo su alcuni indicatori per il quadro di monitoraggio rimasti in sospeso a Cali. È stato inoltre adottato un processo per la Global Review della Cop17 in Armenia.
 
I numeri della natura
Oltre la metà del pil globale, il 55% pari a 58mila miliardi di dollari, dipende in misura moderata o elevata dalla natura e dai suoi servizi. Secondo il Wwf circa 7mila miliardi di dollari si riversano ogni anno in attività che alimentano la situazione naturale e climatica sotto forma di finanza privata, incentivi fiscali e sussidi pubblici che aggravano il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi. Il 7% del pil mondiale distrugge le basi della nostra sopravvivenza, dice il Wwf.
 
Un rapporto del Wwf
Nel Living Planet Report il Wwf analizza la possibilità di riportare in equilibrio la bilancia del nostro sistema finanziario globale per conseguire così gli obiettivi legati alla natura, al clima e allo sviluppo sostenibile: “Ad esempio, reindirizzando anche solo il 7,7% dei flussi finanziari negativi, potremmo colmare il deficit di finanziamento per soluzioni basate sulla natura e fornire benefici alla natura, al clima e al benessere umano attraverso la protezione, il ripristino e la gestione sostenibile delle nostre terre e delle nostre acque”.
 
La finanza
Alla Cop16 si è deciso di attuare gli articoli 21 e 39 della Convenzione sulla Diversità Biologica del 1992, istituendo una struttura permanente per il meccanismo finanziario. In particolare, l’articolo 21 prevede di creare un meccanismo per fornire risorse finanziarie ai Paesi in via di sviluppo, in modo prevedibile e adeguato: il meccanismo dovrà operare sotto l'autorità della Cop, che definirà la politica, le priorità e i criteri di accesso alle risorse. Il nuovo meccanismo opererà provvisoriamente nella forma già esistente del global environment facility (gef), previsione che ha lasciato scontenti molti Paesi in via di sviluppo.
Il risultato è stato la creazione del Fondo Cali. Il fondo, istituito in Colombia, cerca di mobilitare risorse finanziarie cruciali dalle aziende che utilizzano dati genetici sequenziati digitalmente. Anche se deve ancora ricevere contributi, il fondo rappresenta una vittoria significativa per le popolazioni indigene e le comunità locali, che dovrebbero ricevere il 50% dei suoi finanziamenti dedicati a sostenere le azioni locali per la biodiversità.
Il compromesso è stato trovato nella formulazione dei paragrafi 21 e 22 della decisione finale. Da un lato viene garantito il pieno controllo, da parte della Cop, della governance del nuovo fondo, nonostante il suo funzionamento all’interno di un meccanismo esistente (come del resto già previsto dalla Convenzione). Dall’altro, si rimandano alle successive Cop17 del 2026 e Cop18 del 2028 nuove decisioni in merito allo sviluppo del fondo e sua collocazione all’interno del perimetro del Gef, oppure, verso la creazione di un nuovo ente di scopo, da creare e rendere operativo potenzialmente entro la Cop19 del 2030.
Nella più ampia cornice della decisione di colmare il gap finanziario sulla biodiversità in conformità con il Quadro Kunming-Montréal, la decisione finale di Cop16 conferma l’obiettivo di mobilitare per la biodiversità almeno 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 (in conformità all’Obiettivo 19 del Quadro). Di questi, i Paesi sviluppati dovranno assicurare, a favore dei Paesi in via di sviluppo, almeno 20 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e almeno 30 miliardi all’anno entro il 2030. Si è inoltre confermato l’impegno a colmare il gap finanziario a livello mondiale entro il 2030 aumentando la mobilitazione dei finanziamenti “da tutte le forme”: risorse pubbliche, private, banche multilaterali di sviluppo.
Si fa riferimento, infine, all'obiettivo di ridurre i sussidi ad attività dannose per biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 (Obiettivo 18).
 
Il monitoraggio
Sul fronte del monitoraggio, la Cop16 ha approvato un pacchetto di indicatori necessari per misurare i progressi compiuti e i 23 obiettivi del Quadro Globale per la Biodiversità (documento L-26). Si è inoltre deciso (documento L-33) che alla Cop17 del 2026 e alla Cop19 del 2030 verranno operate delle “revisioni collettive globali” dei progressi del Quadro Globale, basate principalmente sui rapporti nazionali e su un rapporto globale sui progressi collettivi.
Confermato l’invito, per il settore privato, a sviluppare e condividere su base volontaria impegni che contribuiscano ai Piani nazionali per la biodiversità (Nbsap) e all’implementazione del Quadro Globale.
 
Il commento di Italian Climate Network
“Con la decisione finale di Cop16 si chiude, nella preoccupante indifferenza dei media e della politica, l’anno della finanza per le due Cop clima e biodiversità; il fatto stesso che entrambe le Cop, Baku e Cali, siano approdate a decisioni formali sulla mobilitazione finanziaria verso il 2030 lancia un segnale tutto sommato positivo per la sopravvivenza del processo, nonostante uno scenario multilaterale frammentato e ostaggio di dinamiche internazionali conflittuali”, dichiara il presidente di Italian Climate Network, Jacopo Bencini.
“Il risultato di Cali e poi Roma poteva sicuramente essere più ambizioso, nelle cifre come nelle modalità, ma occorre ricordare il difficile percorso che ha portato fino a Roma e da qui costruire i prossimi passi, in particolare sulla mobilitazione di risorse e capitale politico a livello dei singoli Paesi, in un quadro che rimane drammatico per la biodiversità a livello globale”.
 
Il commento del Wwf
II Wwf plaude alle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica per aver adottato a Roma una decisione molto combattuta sul finanziamento della biodiversità. “A Roma, è stata tracciata la via da seguire per istituire un sistema efficace per mobilitare fondi per la natura, concordando una tabella di marcia da qui al 2030, che include una decisione sulle modalità per gestire il nuovo meccanismo finanziario che dovrà essere adottato nel 2028. Il meccanismo finanziario contribuirà a sostenere le azioni a favore della biodiversità ben oltre il 2030, sostenendo in modo equo l'attuazione a lungo termine della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica”, dice l’associazione. Efraim Gomez, global policy director del Wwf Internazionale, ha dichiarato: “Le parti hanno fatto un passo nella giusta direzione. Ci congratuliamo per aver raggiunto questi risultati in un contesto politico globale difficile. C'è consenso su come procedere per mettere in atto gli accordi finanziari necessari per fermare la perdita di biodiversità e ripristinare la natura. Tuttavia, questo accordo non è sufficiente. Ora inizia il vero lavoro. È preoccupante che i Paesi sviluppati non siano ancora sulla buona strada per onorare il loro impegno di mobilitare 20 miliardi di dollari entro il 2025 a favore dei Paesi in via di sviluppo”.
Lin Li, senior director for global policy and advocacy del Wwf Internazionale dichiara: “Il Wwf accoglie con favore la strategia globale di mobilitazione delle risorse adottata a Roma, che contribuirà ad accelerare le azioni a favore della biodiversità verso il 2030. I negoziatori di tutti i Paesi hanno messo da parte le loro differenze per tracciare un percorso comune. Ora è urgente mobilitare finanziamenti da tutte le fonti – pubbliche, private e filantropiche – per garantire il raggiungimento dei 200 miliardi di dollari all'anno entro il 2030”.
Bernardo Tarantino, specialista affari europei e internazionali del Wwf Italia ha aggiunto: “A Roma le Parti hanno rinnovato e rafforzato il consenso comune per la tutela della natura. In un contesto internazionale molto complicato, servono coraggio e leadership per portare avanti l’agenda diplomatica per la tutela della natura”.
“Le attività economiche hanno un enorme impatto sulla natura, sul clima e sul benessere umano. Il settore finanziario guida l’economia ed è una leva estremamente potente per cambiare il modo in cui opera e chi ne beneficia - ha dichiarato Gianluca Catullo, responsabile specie e habitat del Wwf Italia -. Reindirizzare i finanziamenti dalle attività dannose verso modelli e attività che contribuiscono agli obiettivi globali sulla natura, il clima e lo sviluppo sostenibile è essenziale per garantire un Pianeta abitabile e prospero per le generazioni a venire”.
 
Il rapporto Living Planet Weport: https://www.wwf.it/cosa-facciamo/pub...

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