Divorzio in casa Verdi. Eleonora Evi è uscita dal gruppo e accusa Bonelli di pinkwashing
La deputata ecologista: "L’ennesimo partito personale e patriarcale” e annuncia l’uscita dal gruppo parlamentare Europa Verde
La parlamentare ecologista Eleonora Evi, già europarlamentare Cinquestelle, si dimette dall’incarico di co-portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra con cui aveva affiancato finora l’altro co-portavoce, Angelo Bonelli. Da tempo l’esponente verde aveva espresso il suo malcontento e giorni fa con una lunga nota pubblicata sul suo sito ufficiale ha ufficializzato il divorzio. Se ne riportano qui alcuni passi più significativi.
Entusiasmo ecologista
Scrive: “Quando fui eletta co-portavoce nazionale di Europa Verde a Chianciano, nell’estate del 2021, ero piena di entusiasmo e sinceramente convinta che avrei avuto la possibilità di collaborare concretamente a fondare un innovativo progetto ecologista, in grado di capitalizzare il patrimonio di capacità, competenze e contenuti dei Verdi Italiani e la resilienza di una comunità ambientalista che si era mostrata, meritoriamente, capace di superare moltissime complessità”.
Aggiunge Evi nella sua nota: “Ho dato energia e risorse ad un partito che sembrava dimenticato e nei limiti dell’umana (e politica) fallibilità che non risparmia nessuno di noi, posso dirmi certa di aver profuso il massimo dell’impegno, anche nel rendere visibile all’esterno la costruzione di questo percorso. Eppure, a sorpresa, dopo le politiche 2022 qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile”.
Non allineata
“Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale. I Verdi dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati. Tra questi ultimi anche la sottoscritta. Da questo momento, quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della Direzione Nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della “famiglia verde” che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento. Idee, proposte o visioni alternative – quando non complementari! – a quelle dell’establishment del partito, infatti, generano nei suoi esponenti reazioni impreviste: ora chiusura, ora diffidenza o sospetto. Talvolta paternalistica e vuota condiscendenza. Non di rado livore, rivendicazione”.
Oscurata
Secondo Evi, “nel corso di questo ultimo anno, la mia figura è stata sempre più oscurata e così, di fatto, è stato annullato il ruolo della Co-portavoce femminile del partito, sul piano politico e comunicativo. Poco importerebbe lo scavalcamento sistematico della mia figura se questo non fosse il segno e solo uno tra le numerose espressioni sintomatiche della deriva autoritaria e autarchica del partito, come accaduto quando il Consiglio Federale Nazionale, organo per Statuto dotato di poteri di indirizzo politico, è stato chiamato di fatto a ratificare scelte già prese in altre sedi e annunciate a mezzo stampa. O ancora, la richiesta da me più volte reiterata di avere informazioni sullo stato di salute del partito (tesseramenti, federazioni attive, commissariamenti, ecc.) ottenendo risposte parziali o nulle”.
Una carica di facciata
Specifica Eleonora Evi: “Non intendo dunque continuare a ricoprire il ruolo di Co-portavoce femminile che, nei fatti, è ridotto a mera carica di facciata. Per questo rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale”.
Il testo integrale di Eleonora Evi: https://www.eleonoraevi.com/single-p...