Dopo il Pniec. Le critiche di Ecco, la soddisfazione di Vannia, l’allarme di Edfe
Per la viceministra Gava è una svolta storica anche l’apertura al nucleare. L’Environmental defense fund chiede che non rimanga un esercizio teorico e che il piano venga applicato
Alcuni dei molti commenti sul Pniec, il piano nazionale integrato energia e clima che l’Italia ha mandato il 1° luglio alla Commissione Ue di Bruxelles.
Il no di Ecco
Il think tank Ecco valuta insufficiente il piano sia per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi clima sia per cogliere la transizione.
“Il piano finale inviato dall’Italia: non ha forza legale né un impianto attuativo coerente. Le risorse dedicate e le valutazioni di impatto delle politiche non sono chiarite. Manca una visione del percorso di transizione energetica e trasformazione economica del Paese. Assenza di strategie per l’abbandono delle fonti fossili, come richiesto dalla COP28 e concordato in sede G7 2024 a Torino (Venaria). L’ambizione sulle rinnovabili non è supportata dallo sviluppo di un quadro coerente di politiche, determinando rischi di prezzi dell’energia elettrica non competitivi. L’elettrificazione dei consumi finali non è sfruttata come leva per la decarbonizzazione. Il quadro normativo resta poco coerente e mette sullo stesso piano soluzioni non allineate con gli obiettivi con quelle più efficienti dal punto di vista energetico ed emissivo, ad esempio continuando a sostenere pompe di calore a gas e motorizzazioni endotermiche. Manca una visione organica della trasformazione industriale nella decarbonizzazione che possa costruire le basi per competere nei nuovi mercati internazionali, inquadrando lo sviluppo industriale nell’ambito della prospettiva Net zero adottato da Europa, Stati Uniti e Cina. Non c’è un piano per garantire la sostenibilità sociale di fronte ai grandi cambiamenti tecnologici e di mercato che investono le persone e le imprese. Nonostante la grande crisi dei prezzi del gas del 2022-2023 e di fronte all’innovazione tecnologica che, se non gestita, rischia forti impatti socio-economici, il Pniec non offre le tutele necessarie e opportunità alternative per accompagnare le varie fasce della società nell’uscita dall’economia fossile”.
Chiara Di Mambro, responsabile delle politiche di decarbonizzazione di Ecco, commenta: “La versione finale del Pniec delude rispetto alle prospettive di miglioramento dichiarate lo scorso anno con l’invio della prima proposta a Bruxelles. Per quanto alcuni degli obiettivi appaiano migliorati, il piano mostra un approccio contraddittorio e non pienamente orientato a una strategia di uscita dai combustibili fossili, soprattutto in relazione alle norme e decreti che, nell’anno trascorso, avrebbero dovuto iniziare ad attuarlo”.
Vannia Gava: una svolta storica
“Con l’invio alla Commissione Ue del testo definitivo del Pniec l’Italia compie un passo verso la transizione giusta e graduale. Il piano è caratterizzato da un approccio serio e realistico che punta agli obiettivi di neutralità tecnologica accompagnando, al contempo, famiglie e imprese. Svolta sul nucleare: per la prima volta introduciamo gli obiettivi di energia da fusione, che cammineranno in sinergia con le rinnovabili e altre forme di produzione a basse emissioni. Sì alla sfida energetica ma mettendo in sicurezza il Paese”. Lo afferma la viceministra all’Ambiente Vannia Gava.
L’avvertenza dell’Edfe
Secondo l’Environmental defense fund Europe, al centro del Pniec è confermata l'importanza della riduzione delle emissioni di metano per gli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica e il ruolo strategico dell'Italia nello scenario euromediterraneo con il piano Mattei per la riduzione dell'impronta legata al gas importato nell'Ue. Il Pniec può essere uno strumento efficace ma servono soluzioni concrete; l'Italia è già avanti nella riduzione delle emissioni di metano ma è fondamentale affrontare anche le emissioni legate al gas importato; con il piano Mattei l’Italia può giocare un ruolo chiave nel Mediterraneo per decarbonizzazione e sicurezza energetica.
Conferma Flavia Sollazzo, senior director Europa energy transition di Environmental defense fund Europe: "Il piano ha il potenziale per essere uno strumento efficace per garantire che le politiche energetiche e climatiche siano allineate e contribuiscano agli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo e globale. Proprio per questo è necessario che il Pniec venga utilizzato al meglio, indicando soluzioni concrete. La riduzione delle emissioni di metano è considerata un elemento essenziale in questa transizione, sia per la resilienza del sistema energetico europeo che per garantire, insieme ad una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti, il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Accogliamo con favore le misure delineate nel Pniec, a partire dalla necessità di migliorare la misurazione e la rendicontazione delle emissioni di metano lungo tutta la catena di approvvigionamento del settore energetico, ponendo fine alle pratiche di venting e flaring e limitando l'impronta delle emissioni di metano delle importazioni”.
La pagella di Ecco https://eccoclimate.org/it/pniec-202...