Europa verde. Le voci pro: quelli che “va fatto ancora di più per salvare il pianeta”
Starace (Enel): siamo decisamente in favore di target più elevati sulle rinnovabili, come il 40% al 2030 e di target specifici di efficienza energetica. Legambiente: il nuovo pacchetto è inadeguato contro l’emergenza
La proposta della Commissione Europea Fit fot 55 trova molti sostenitori, anzi molti trovano il pacchetto della Commissione di Bruxelles ancora non abbastanza efficace. Ecco alcune voci.
Francesco Starace (Enel)
"Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione europea di realizzare l'ambizioso Green Deal dell'Ue tramite una serie di strumenti necessari, concreti e completi: il cosiddetto pacchetto Fit for 55. Siamo decisamente in favore di target più elevati sulle rinnovabili, come il 40% al 2030, di target specifici di efficienza energetica e dell'annunciato potenziamento del già esistente e funzionante Ets".
"Sulla mobilità elettrica ora sono indietro tutti: noi 5 anni fa non avevamo motivi per parlare con società che facevano automobili. Ora c'è un universo che ci unisce, la necessità di creare una infrastruttura per caricare le batterie di auto”.
"Gli obiettivi sono importanti, ma per raggiungerli è altrettanto essenziale uno snellimento rapido ed efficace delle procedure di autorizzazione a livello di Stati membri, in particolare per quanto riguarda le rinnovabili. Per Enel, questa serie di proposte sta anche aprendo la strada a una necessaria accelerazione verso un'ulteriore elettrificazione degli usi finali dell'energia, come i trasporti su strada e il riscaldamento, che rappresenta già l'alternativa più competitiva e pulita ai combustibili fossili".
William Todts dell’ong Transport&Environment
“Un punto di svolta per l'industria automobilistica e una buona notizia per gli automobilisti. Le nuove regole dell'Ue democratizzeranno le auto elettriche e daranno un forte impulso alla ricarica, il che significa che le auto pulite saranno presto accessibili e facili da caricare per milioni di europei. Il problema è che le case automobilistiche dovranno iniziare a vendere auto più pulite solo nel 2030. Il nostro pianeta non può permettersi altri nove anni di grandi chiacchiere e poca azione da parte dell'industria automobilistica".
Mariagrazia Midulla del Wwf
“Il pacchetto di proposte della Commissione Europea ‘Fit for 55%’ su clima ed energia al 2030 è il pacchetto più consistente ed ampio presentato fino ad ora. Tuttavia, è ancora molto al di sotto di ciò che è necessario per un passaggio alla neutralità climatica basato sulla scienza e socialmente equo”.
"Nel pacchetto mancano delle disposizioni chiave, alcune non sono giuste e altre faranno in realtà più male che bene. L'Ue deve smettere di spendere soldi a favore dell'inquinamento attraverso la distribuzione gratuita delle quote di emissione attraverso l’Ets, dobbiamo garantire che le famiglie più povere non siano svantaggiate, dobbiamo fermare la pratica di sovvenzionare la combustione di alberi e colture per l'energia".
“Il Wwf registra il fallimento della Commissione nel rendere più severe le regole sulla bioenergia. Bruciare alberi e colture per l'energia comporta un aumento delle emissioni in rapporto con i combustibili fossili, sia in generale che nell'arco di tempo che abbiamo a disposizione per fermare il cambiamento climatico”.
“Il quadro generale è quello di una resa alle lobby industriali. I settori che non hanno ridotto significativamente le emissioni negli ultimi anni - come le industrie ad alta intensità energetica o l'aviazione - ottengono di mantenere l'assegnazione gratuita più a lungo, anche se questo non porta a riduzioni delle emissioni. È allarmante che si voglia che i cittadini e altri settori paghino parte del conto per la decarbonizzazione industriale, attraverso il trasferimento di entrate dai settori dell'energia, del trasporto stradale o degli edifici ai fondi di modernizzazione e innovazione”.
La Legambiente
“Insieme a target più ambiziosi per incentivare il passaggio all’elettrico è fondamentale che si fissi anche una data di phase-out delle auto tradizionali e si diffonda una capillare rete di infrastrutture di ricarica. Dal 2035 nessun veicolo con motore termico deve essere venduto su tutto il territorio europeo, consentendo ai Paesi più avanzati come l’Italia di anticipare già al 2030 il divieto di vendita di veicoli a benzina e diesel. Una sfida che l’Europa può e deve vincere, se vuole seriamente contribuire a fronteggiare l’emergenza climatica”.
“Può spostare i suoi costi verso le famiglie, con un impatto preoccupante su quelle a basso reddito, aggravando le divisioni sociali in Europa e creare così una forte opposizione sociale alla politica climatica europea, rendendo sempre più in salita la strada per fronteggiare l’emergenza climatica. Vanno messi in campo tutti gli strumenti necessari, come il nuovo Fondo sociale per l’azione climatica, per garantire una giusta transizione senza lasciare indietro nessuno”.
“Cruciale per un Pacchetto Fit for 1.5 è la revisione delle Direttive su rinnovabili ed efficienza energetica. Serve andare oltre i target proposti dalla Commissione. Per contribuire a ridurre le emissioni del 65% entro il 2030, è necessario aumentare il target per le rinnovabili al 50% e quello per l’efficienza al 45%, senza alcun incentivo per i combustibili low-carbon, a partire dal gas fossile”.
Gianni Girotto dei Cinquestelle
"Nel processo di regolamentazione in corso sulla tassonomia verde Europea, è opportuno intraprendere iniziative presso le istituzioni europee al fine di escludere le attività relative all'energia nucleare e al gas naturale da quelle che possano definirsi sostenibili. Lo chiediamo al Ministro della Transizione Ecologica proprio adesso che in Europa si sta discutendo sugli specifici criteri di vaglio tecnico (i cosiddetti atti delegati) del Regolamento (Ue) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2020, approvato per fornire una definizione univoca rispetto alle tipologie di attività economiche e di investimenti che possano definirsi sostenibili. Nucleare e gas non sono sostenibili, il primo per i rifiuti che produce e il secondo per l'effetto serra amplificato che crea, e non possono quindi essere considerate fonti su cui fare affidamento nel percorso intrapreso verso la transizione ecologica. Sul nucleare, il Comitato Scientifico per la Salute, l'Ambiente e i Rischi Emergenti (Scheer) ha addirittura preso le distanze dal report stilato dal Joint Research Center, esprimendo riserve sostanziali rispetto alla possibilità di considerarla una fonte energetica verde. Sul gas, invece, è stato stimato un vantaggio ambientale assai inferiore (se non nullo in alcuni settori come i trasporti) rispetto a quanto ritenuto”.
Il documento di Transports & Environment è disponibile a questo indirizzo https://transenv.eu/3hDAIXD