Fare politica con l’ecologia. Così il Wwf si schiera contro l’autonomia delle Regioni
Il Wwf Italia richiama l’attenzione del Parlamento sui rischi ambientali insiti nel disegno di legge sull’autonomia differenziata proposta dal Governo
L’autonomia differenziata di alcune Regioni dell’Alta Italia può avere effetti sulle politiche ambientali? Secondo il Wwf, sì. E così l’associazione entra sul tema costituzionale dell’autonomia che alcune Regioni hanno chiesto in aggiunta a quelle già a statuto speciale che sono Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e Province autonome di Bolzano e Trento. Il Wwf Italia richiama l’attenzione del Parlamento su quelli che pensa siano i rischi ambientali insiti nel disegno di legge sull’autonomia differenziata proposta dal Governo. L’associazione mostra una forte preoccupazione sia per le procedure che si stanno seguendo (“finora molto carenti dal punto di vista del confronto e della partecipazione”), sia per il reale pericolo di vedere un peggioramento e una parcellizzazione del livello di tutela dell’ambiente e soprattutto della natura.
Dice un documento che “il Wwf Italia sostiene un regionalismo costruito attorno ai principi di responsabilità, interdipendenza, solidarietà e sussidiarietà, all’interno di un sistema di controlli e garanzie in capo allo Stato centrale a tutela dell’unitarietà per garantire la protezione dell’ambiente quale valore di diritto fondamentale della persona e di interesse fondamentale della collettività, come più volte ribadito dalla Corte costituzionale e rafforzato dalla modifica costituzionale approvata nel 2022 agli artt. 9 (tutela del paesaggio, dell’ambiente, degli ecosistemi e degli animali) e 41 (limiti della tutela ambientale all’iniziativa economica privata) della Costituzione. Inoltre, il Wwf ricorda che, dopo la riforma dell’art. 9 della Costituzione approvata nel febbraio dello scorso anno, la tutela dell’ambiente e della biodiversità debba essere garantita anche nell’interesse delle generazioni future”.
Per questo motivo il Wwf invierà in questi giorni il suo position paper focalizzando la sua attenzione sul disegno di legge sull’autonomia differenziata del Governo ai membri della I Commissione – Affari Costituzionali del Senato. Secondo il Wwf “le procedure con cui vengono trattate le materie su cui lo Stato e le Regioni hanno assieme competenza normativa (cioè legislazione concorrente) devono essere diverse da quelle su cui lo Stato ha competenza legislativa esclusiva tra cui c’è la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. L’associazione ritiene che “non si debba correre il rischio di compromettere le garanzie di tutela ambientale valide in tutto il Paese favorendo un regionalismo asimmetrico con il moltiplicarsi delle competenze di protezione ambientale a livello decentrato, pur se l’art. 116 della Costituzione prevede che possano essere trasferite alle Regioni ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia anche in tema di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”.
Inoltre, il Wwf ritiene che sarebbe necessario aprire une riflessione su autonomia differenziata e modifica dell’art. 9 della Costituzione per verificare se la tutela dell’ambiente e della biodiversità, passando da materia costituzionale a principio fondamentale della Costituzione, mantenga la stessa possibilità di essere trasferita alle Regioni negli stessi termini che erano stati indicati prima della modifica intervenuta nel 2022.