I giorni della Cop27. Dal Wwf ad Azione contro la fame, la sfida degli ecologisti
I consigli di Ecco e Italian climate network. Il Crea: le emissioni europee per l’energia in calo del 6%. Il Wwf: nessuna decisione può essere rinviata
Si è aperta a La 27° Conferenza delle Parti (Cop27) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. L’evento terminerà il 18 novembre.
La Cop27 a guida egiziana mira ad una rinnovata cooperazione internazionale, per realizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e le intese raggiunte a Glasgow un anno fa, con l’obiettivo di garantire la sicurezza delle persone e del pianeta.
La presidenza egiziana della Cop27 eredita da Glasgow una serie di questioni irrisolte, particolarmente rilevanti nel contesto di una Cop africana.
La conferenza di quest’anno si inserisce in un contesto geopolitico internazionale segnato profondamente dalle crisi globali e cercherà ancora una volta di dare una soluzione alle preoccupazioni sul clima: la riduzione delle emissioni di gas serra e le politiche di mitigazione, le politiche di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici, gli impegni per il finanziamento dell’azione climatica nei Paesi in via di sviluppo. Questa non è la prima Cop in Africa; ve ne sono state diverse e la più recente era stata la Cop22 del 2016 in Marocco.
Per seguire gli eventi della Cop27 ci sono gli ottimi aggiornamenti del think tank italiano Ecco alle pagine https://eccoclimate.org/it/events/co... e l’Italian climate network https://www.italiaclima.org
I temi
Mitigazione: aggiornare gli impegni dei Governi sulla riduzione delle emissioni per allinearli all’obiettivo di 1,5 °C.
Finanza per il clima: aumentare l’obiettivo annuale globale di finanziamento per il clima e continuare la discussione sulle risorse finanziarie.
Adattamento: raggiungere una quota minima del 50% dei finanziamenti per il clima dedicata all’adattamento.
Perdite e danni: affrontare il tema delle risorse finanziarie necessarie per far fronte a perdite e danni attribuiti al cambiamento climatico.
Il Crea: le emissioni europee di CO2 per energia in calo del 6%
Le emissioni di CO2 dell'UE derivanti dall'uso di energia sono diminuite del 6% negli ultimi tre mesi rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo una nuova analisi del Centro di ricerca sull'energia e l'aria pulita (Crea). L'analisi, basata su un nuovo dispositivo di tracciamento capace di dare risultati quasi in tempo reale, mostra come l'impennata delle emissioni registrata a seguito della pandemia di Coronavirus sia durata 18 mesi e si sia ora conclusa. Secondo il Crea, la crisi energetica sta già iniziando a far calare le emissioni dell'UE e la risposta dei mercati e dei governi suggerisce che questa tendenza è destinata ad accelerare.
Che cosa ha causato il calo delle emissioni?
La crescita delle rinnovabili: nei mercati dell’UE crescono le energie rinnovabili, le pompe di calore e i veicoli elettrici. La crescita del solare è notevole: da maggio a giugno 2022, l’energia solare ha generato il 12% dell’elettricità, una cifra record che, tradotta in risparmi, ammonta a 29 miliardi di importazioni potenziali di gas. Questa reazione del mercato è sostenuta da una serie di nuove politiche a livello europeo, come il piano REPowerEU, e a livello nazionale, come la legge tedesca sull'eolico, volte ad accelerare l'abbandono dei combustibili fossili.
La produzione idroelettrica e nucleare si è stabilizzata: sia l'energia idroelettrica che quella nucleare avevano registrato prestazioni inferiori durante l'estate, ma in settembre-ottobre la produzione di energia idroelettrica si è normalizzata. Anche il calo della produzione di energia nucleare si è arrestato.
Riduzione della domanda: i prezzi elevati dei combustibili fossili hanno ridotto la domanda di elettricità e gas, in particolare nel settore industriale e a livello domestico, e stanno influenzando anche la domanda di petrolio. La riduzione della domanda si realizza in parte attraverso misure di risparmio ed efficienza energetica, e in parte attraverso la sospensione della produzione industriale. Tuttavia, nell'agosto 2022, nonostante i produttori abbiano ridotto la produzione di energia e la domanda di gas industriale dell'UE abbia subito una flessione, la produzione industriale dell'Eurozona ha registrato un'impennata ben oltre le aspettative.
Azione contro la Fame chiede giustizia climatica
Azione contro la Fame chiede misure vincolanti per limitare e superare la crisi climatica e passi coerenti verso un sistema alimentare globale sostenibile. "Crisi climatica significa anche fame. A causa dei cambiamenti climatici e di eventi estremi, milioni di persone nel mondo non hanno cibo a sufficienza per sé e le proprie famiglie. Chiediamo ai responsabili politici ed economici della Cop27 di assumersi finalmente la responsabilità della sicurezza alimentare delle generazioni attuali e future", afferma Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame in Italia.
Il Wwf: nessuna decisione può più essere rinviata
Il Wwf esorta i leader mondiali a passare urgentemente all'azione, poiché l'obiettivo di limitare il riscaldamento a 1,5 °C sta sfuggendo di mano. “Dopo un altro anno di devastazioni climatiche in tutto il mondo, servono importanti passi avanti sui finanziamenti per l'adattamento e per le perdite e i danni”, dice l’associazione. Per questo motivo il Wwf ha pubblicato le “Aspettative per la Cop27”, con cui invita i leader e i governi a sfruttare al massimo l’occasione della Cop27 (dal 7 al 18 novembre a Sharm El-Sheikh), per passare dall’ambizione all’azione e limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C, prima che la crisi climatica evolva in modo catastrofico, e rispondere ai bisogni delle comunità che già oggi subiscono impatti molto gravi (dal Pakistan al Corno d’Africa, per citare due situazioni tuttora drammatiche). “Oggi la crisi climatica deve vedere una nuova capacità di dialogo e di agire insieme: mentre il palazzo brucia, non ha senso che chi ci abita lo osservi e discuta di quote condominiali: prima di tutto salviamo la nostra casa comune, insieme possiamo farcela”, afferma Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia.
La Legambiente: l’Italia finanzia combustibili fossili più dell’Arabia
"L'Italia è il sesto più grande finanziatore di combustibili fossili al mondo. Tra il 2019 e il 2021 ha fornito 2,8 miliardi di dollari all'anno in finanza pubblica per i combustibili fossili; più dell'Arabia Saudita, all'ottavo posto, e della Russia, al nono posto". Lo asserisce un documento di accusa di Oil change international e Friends of the earth Usa hanno collaborato Legambiente e Re:Common. Il rapporto prende in esame la finanza pubblica per i combustibili fossili dei Paesi del G20. La Legambiente afferma che "i finanziamenti italiani per le fonti più inquinanti sono fluiti in gran parte attraverso l'Agenzia italiana di credito all'esportazione, Servizi assicurativi del commercio estero (Sace)".
La guida di Ecco alla Cop27 https://eccoclimate.org/it/events/co...
Il documento di Azione contro la Fame https://bit.ly/3U3Pwzo
Il documento del Wwf https://wwf.panda.org/discover/our_f...