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Grandi Opere Divisive. I comitati contro il ponte di Messina: “Spiegazioni insufficienti”

where Messina when Lun, 21/10/2024 who roberto

Nuove contestazioni inviate alla commissione Via da Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, Lipu, Man, Wwf Italia, Società dei Territorialisti, Isde medici per l’ambiente, Invece del Ponte, No Ponte Capo Peloro. Dicono che “le integrazioni fornite da Stretto di Messina spa non risolvono l'impatto gravissimo e irreversibile”. Effetto cumulo? L’incidenza ambientale. Ideologia di progetto. Tutto sbagliato, tutto da rifare

Le associazioni Italia Nostra, rendering-ponte.jpgKyoto Club, Legambiente, Lipu, Man e Wwf Italia, insieme alla Società dei Territorialisti, Isde medici per l’ambiente e ai comitati Invece del Ponte e No Ponte-Capo Peloro, hanno presentato alla commissione Via del ministero dell’Ambiente nuove osservazioni contro il progetto del ponte sullo stretto di Messina. Hanno contestato le integrazioni che un mese fa erano state depositate dalla Stretto di Messina spa in risposta alle richieste della commissione.
Le oltre 600 pagine delle osservazioni sostengono la tesi secondo cui “il ponte sullo stretto di Messina rimane un progetto dall’impatto ambientale gravissimo e irreversibile, non compensabile né mitigabile”. I 39 tecnici ed esperti - molti dei quali accreditati docenti universitari - che hanno elaborato il documento di osservazioni delle associazioni hanno dovuto districarsi in un labirinto costituito da centinaia di nuovi elaborati, “a volte anche in contraddizione tra loro. Le integrazioni prodotte non rispondono alle segnalazioni critiche formulate dalla commissione Via (i tempi a disposizione non lo avrebbero comunque consentito), ma si limitano a tentare di giustificare scelte progettistiche già effettuate dalla Stretto di Messina”, dicono le organizzazioni in una nota congiunta.
Le osservazioni presentate dalle associazioni e dai comitati affermano che gli impatti, sia pure in forma minimizzata, sono inevitabilmente ammessi dagli stessi progettisti, e “non possono essere mitigati o compensati, men che meno nei termini proposti.
 
Effetto cumulo?
Il lavoro di analisi prodotto dalla Stretto di Messina spa contiene un errore eccezionalmente grave, ovvero, la totale assenza di una valutazione della somma che i vari impatti connessi alla realizzazione dell’opera producono. L’assenza del cosiddetto effetto cumulo rappresenta una palese violazione della normativa vigente, sia comunitaria che nazionale”.
 
L’incidenza ambientale
La parte della valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) relativa alle aree sottoposte a vincoli comunitari perché ricomprese nei siti della Rete Natura2000, su cui già nel 2013 la Commissione Via si era espressa negativamente, “è quella forse dove il numero di analisi parziali, omissive e metodologicamente criticabili, appare più evidente anche perché alcune delle compensazioni proposte sono o risibili o non compatibili con le linee guida dello stesso ministero dell’Ambiente”, dice la nota congiunta delle organizzazioni contrarie all’opera. “Viene per altro evidenziato come il progettista dia per scontato autorizzazioni che molti singoli interventi necessitano: nuove captazioni idriche, cave e discariche non sono autorizzabili, se non al termine di specifiche procedure il cui risultato non è affatto acquisito come invece il progetto sembra lasciare intendere”.
 
Ideologia di progetto
“Del resto, essendo il ponte un progetto ideologico, voluto politicamente, indipendentemente dalla sua utilità e realizzabilità, l’altra palese violazione è relativa alla cosiddetta opzione zero che non viene analizzata correttamente, in particolare nel rapporto costi (non solo economici, ma anche ambientali) e benefici tra fare o non fare l’opera”, affermano i comitati antiponte. “Questa comparazione, presente in forma strumentale e solo per alcuni temi (mentre dovrebbe riguardare tutto l’intervento), se fatta correttamente avrebbe portato ad una risposta negativa scontata perché l’opera non è mitigabile, né - è bene ribadirlo - compensabile. Questo per tacere che l’opera, dal punto di vista economico, rappresenta un buco nero nei bilanci pubblici visto che il suo costo esatto, dopo essere lievitato ad ogni nuova illustrazione progettuale, resta ignoto a tutti (ad esempio, nessuno ha calcolato e dichiarato i costi delle compensazioni proposte)”.
 
Dicono “tutto sbagliato”
Il tema costi-benefici è trattato nelle osservazioni delle associazioni e dei comitati che contestano molti dei dati presentati nelle integrazioni progettuali e le stesse modalità di analisi. A parere delle associazioni antiponte, “per le integrazioni relative ai flussi di traffico merci e passeggeri, si è dimostrato come l’aggiornamento dei flussi di traffico al 2022 non giustifichi la realizzazione del ponte che, se realizzato, avrebbe come risultato il trasferimento del trasporto via mare sul ferro, lasciando inalterato il trasporto su gomma e quello aereo. Per altro non si considera l’intermodalità del trasporto marittimo migliorata con il collegamento dinamico finanziato con fondi del Pnrr”. Rumori e vibrazioni sono oggetto di controdeduzioni rispetto alle integrazioni dei progettisti, che per le polveri hanno considerato aree di disturbo vicino ai cantieri per 50 metri.
Sulla qualità dei cavi, servono i test che lo stesso progettista indica; “le risposte fornite in merito alle oscillazioni del Ponte non appaiono convincenti (in particolare in relazione all’attraversamento ferroviario)” e secondo i comitati manca “una approfondita e completa valutazione di impatto sulla salute pubblica”.
Nelle integrazioni prodotte dal proponente viene “ignorata la presenza di alcune specie, di altre si sottostima la consistenza o si descrivono rotte e traiettorie sulla base di rilievi condotti con un radar limitato nella sua portata e mal posizionato”. Secondo i comitati, al contrario, si piò “ritenere una collisione dell’avifauna ben superiore a quanto ipotizzato”.
 
In sintesi
A parere delle organizzazioni antiponte, “l’approccio teso a minimizzare i problemi confligge con la realtà delle cose. Il Ponte continua ad essere un’opera non trasparente che inutilmente si cerca di far apparire leggera, ben inserita nel paesaggio (come i fotomontaggi presentati vorrebbero far credere): un tentativo risibile di fronte al rapporto tra il dimensionamento dell’opera e i luoghi in cui si vorrebbe realizzarla”.
Le associazioni ambientaliste e i comitati ritengono pertanto che la commissione Via dovrà chiudere il procedimento in corso con parere negativo. “Qualsiasi prescrizione si volesse ipotizzare non potrebbe mai superare l’enorme mole di problemi rilevati che andrebbero comunque risolti in via propedeutica e preventiva rispetto a qualsivoglia autorizzazione".

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