Green economy a Milano: business da otto miliardi di euro
Il capoluogo lombardo genera il 16% del fatturato verde italiano. Gli occupati sono quasi diecimila. Eco-tecnici e mobility manager tra le professioni più richieste in città. Boom del settore rinnovabili
La green economy non fa bene solo all’ambiente, ma anche all’economia milanese. Il volume di affari prodotto dalle imprese verdi supera a Milano gli otto miliardi di euro (ultimo dato disponibile: 2010), pari al 59,4% del fatturato della green economy lombarda (pari a 13,5 miliardi) e al 16,4% del dato nazionale (49 miliardi). Un volume in crescita costante: +131% tra il 2009 e il 2010.
È quanto emerge da una ricerca della Camera di commercio di Milano realizzata attraverso il Politecnico su dati Bureau van Dijk Aida e Mbres. I settori considerati sono la silvicoltura e la tutela del patrimonio boschivo, la raccolta, il riutilizzo e il riciclo di rifiuti, l’efficientamento degli impianti idrici, la pianificazione, la bonifica e il risanamento del territorio, il trattamento delle acque reflue, l’energy storage, le energie rinnovabili le attività delle esco (energy service company).
Tra questi settori, è grande la crescita delle energie rinnovabili e alternative (+194%).
D’altra parte, il settore green è ormai il quinto per importanza in Lombardia, prima di quello alimentare e subito dopo quello farmaceutico, col 7,4% del volume d’affari complessivo del manifatturiero. Bene anche l’occupazione: sono infatti quasi diecimila gli eco-lavoratori, di cui oltre seimila nelle rinnovabili, pari al 7,2% del dato nazionale e al 39,1% regionale. Anche in questo caso assistiamo a una crescita: +34,6%.
Professioni: tecnici green e mobility manager tra le più ricercate – Non finisce qui. La vivacità dell’economia verde meneghina emerge anche da altri numeri, ovvero quelli presentati la scorsa settimana all’Urban Center dal Centro studi e ricerche lavoro e società dell’università Bicocca, in collaborazione con l’assessorato alle Politiche per il lavoro di palazzo Marino.
Tra le professionalità più richieste in città in questo periodo di crisi economica, infatti, ci sono esperti di green economy, mobility manager e addetti del ciclo dei rifiuti, oltre a ingegneri gestionali e informatici, addetti commerciali, sarti e modellisti dell’alta moda. “La crisi, che ha portato la disoccupazione giovanile al 28% in città, sta producendo delle trasformazioni anche all’interno dei settori produttivi che abbiamo fotografato attraverso la ricerca sui segnali deboli”, così commenta l’assessore al Lavoro Cristina Tajani. La ricerca raccoglie i “sentori” delle esigenze del mercato del lavoro da parte di ordini professionali, associazioni imprenditoriali, sindacati, identificandoli come “segnali deboli”, ovvero dati qualitativi non rilevati dalla statistica, o “segnali di trasformazione”, per esempio l’impatto che lo stage ha sul mondo del lavoro, anticipando però tendenze e prospettive.
“Si tratta di indicazioni – conclude l’assessore Tajani – utili a orientare non solo i percorsi formativi di università e scuole professionali, ma anche a modellare politiche pubbliche in senso innovativo: è quello che stiamo facendo attraverso gli interventi sul co-working, il microcredito, le start up e la smart city”.
“La green economy può diventare un fattore importante su cui puntare per la ripresa – osserva Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano. – Mette in moto un circolo virtuoso tra cittadini e imprese che va a beneficio dell’intera collettività e del territorio. La Lombardia con Milano è protagonista in questo settore nel paese”.
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