La Groenlandia fonde: trenta gigatonnellate d’acqua in più nei mari
Il clima pazzo scioglie i ghiacciai periferici della calotta in una percentuale più alta rispetto alle previsioni. L’indagine dell’università di Zurigo per il progetto Ice2Sea
I ghiacciai periferici della Groenlandia danno un contributo significativo alla crescita dei livelli del mare nel mondo, secondo un nuovo studio condotto da Tobias Bolch dell’università di Zurigo e pubblicato sulla “Geophysical research letters”. La scoperta aiuterà gli scienziati a migliorare le previsioni sull’apporto dei ghiacciai groenlandesi all’aumento delle acque nel mondo.
Questi ghiacciai, separati dalla calotta di ghiaccio principale, valgono circa il 10% del “contributo” dei ghiacciai e delle calotte polari del mondo intero. Una percentuale più alta di quanto previsto sinora, riferiscono gli esperti, e comunque due volte e mezzo superiore alle perdite della massa centrale.
L’indagine è inclusa nel programma europeo Ice2Sea, finalizzato all’analisi degli effetti del cambiamento climatico sullo scioglimento dei ghiacci.
“È noto che la fusione dei ghiacciai in Groenlandia è una delle fonti principali della crescita del livello dei mari su un piano globale”, spiega l’autore della ricerca. “Ma dai nostri studi è emerso che i ghiacci con connessione debole, o privi di qualsiasi connessione con la calotta principale, hanno contribuito ad aggiungere circa 30 Gigaton di acqua all’anno ai livelli del mare tra il 2003 e il 2008”, aggiunge Bolch.
I “ghiacciai periferici” in questione coprono un’area cinquanta volte superiore alla copertura “fredda” delle Alpi europee. Ecco perché è importante tenerne sotto osservazione l’impatto sugli oceani.