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Ideona. Scarseggiano i fertilizzanti? Usiamo letame di pesci

where Roma when Mar, 26/04/2022 who roberto

Secondo The Circle (acquaponica), l'utilizzo degli scarti dei pesci in agricoltura consentirebbe il risparmio di 135 litri di acqua per chilo di prodotto

L’Italia ha perso i suoi principali fornitoriscarti-pesce.jpg di concimi chimici: Ucraina, Russia e Bielorussia. Il Paese fronteggia un generalizzato aumento dei prezzi dei fertilizzanti, aggravato dai primi razionamenti sugli scaffali a ridosso delle semine. Soluzione: i pesci a sostituzione dei concimi chimici in agricoltura. The Circle, la più estesa vertical farm acquaponica in Europa, spiega come i pesci possono sostituire i fertilizzanti in agricoltura e contribuire alla salvaguardia del pianeta.
Nel 2021 l’Italia ha importato 65 milioni di euro di fertilizzanti dalla Russia, 20 milioni dalla Bielorussia e 55 milioni dall’Ucraina. Il 4 marzo il ministero russo del Commercio ha dichiarato uno stop alla loro esportazione, il 13% del totale mondiale, per l’impossibilità di garantire i trasporti a causa delle sanzioni occidentali. L’Unione Europea ha perso, così, i tre fornitori principali di concimi chimici e si ritrova a fronteggiare un generalizzato aumento dei prezzi che mette in ginocchio il settore agricolo. Non sono mancati, infatti, i primi razionamenti sugli scaffali per olio di semi di girasole, farina e zucchero proprio a ridosso delle semine primaverili necessarie all’Italia per garantire la produzione di mais, girasole e soia e di quelle autunnali per i cereali.
The Circle (www.thecircle.global), la più estesa azienda agricola acquaponica del continente europeo, spiega come i pesci possano sostituire i fertilizzanti in agricoltura e perché il loro utilizzo nel settore potrebbe essere una delle soluzioni migliori per il futuro del settore e del nostro pianeta.
 
I pesci possono sostituire i concimi chimici in agricoltura
La Commissione Europea sta incentivando una soluzione agricola che riceve sempre più finanziamenti da parte di venture capital e fondi d’investimento, ponendo al centro della propria tecnologia l’utilizzo del materiale organico prodotto dai pesci come sostituto dei diserbanti e dei fertilizzanti di sintesi: l’acquaponica. Questa tecnica innovativa prevede la combinazione di due tecnologie per la produzione di cibo: la coltivazione fuori suolo e l’acquacoltura. L’acqua contenuta all’interno di vasche, infatti, costituisce il cuore del sistema di coltivazione acquaponico. Quale il ruolo dei pesci? I pesci d’acqua dolce allevati nei bacini acquaponici artificiali, solitamente carpe koi o tilapie, producono sostanze di scarto e ammoniaca sotto forma di escrementi in base alla tipologia di mangimi e alla densità di popolazione della specie, i cui valori fondamentali vengono costantemente monitorati da appositi sensori di controllo. L’acqua contaminata dal materiale organico prodotto dai pesci viene prelevata dalle vasche grazie a una pompa e portata verso un biofiltro che ospita una popolazione di batteri in grado di scindere le molecole di ammoniaca in nitriti,  nitrati, azoto, che è poi il nutriente principale per la coltivazione delle piante.
Una volta passata attraverso il biofiltro, l’acqua, ricca di nutrienti, viene portata alle piante per irrigarle dall'alto verso il basso in modo da permettere alle radici di assorbire i nutrienti necessari e, contemporaneamente, di purificare l’acqua in eccesso che tornerà nelle vasche dei pesci permettendone la crescita.
 
I numeri dell’esperienza

The Circle testimonia che l’utilizzo dei pesci in agricoltura consente il risparmio di 135 litri di acqua per chilo di prodotto, di 33mila chili l’anno di CO2 non immessa in atmosfera e la riduzione di oltre il 90% di immissioni inquinanti con, in più, un abbattimento del lavoro usurante per l’operatore agricolo.
“Il principio alla base della nostra tecnologia è che in natura non esistono scarti, è tutto un riciclo. Una soluzione alla crisi che il settore agricolo sta affrontando esiste, così come gli incentivi da parte dell’Unione Europea per implementarla: l’acquaponica”, afferma Thomas Marino, co-founder di The Circle.
 
The Circle
Prima azienda agricola acquaponica italiana di origini romane, The Circle nasce nel 2017 da un’intuizione di Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, quattro giovani imprenditori classe 1992 che, nell’acquaponica, hanno intravisto la fattibilità di un business oggi scalabile che contribuisce a risolvere le più spinose problematiche ambientali. Oggi The Circle possiede il più grande impianto acquaponico del continente europeo, esteso su 5000 metri quadri.
Varietà di piante ed erbe di altissima qualità e pregiate, pesti, oli e sali aromatizzati hanno attirato l’attenzione di alcuni dei maggiori player del settore ristorazione tra cui Il Pagliaccio, Acquolina, Roscioli, Imàgo, Il Giglio in Toscana, Glass, All’oro, Cracco Portofino, Marco Martini, Luciano Cucina Italiana e decretato l’ingresso dei trasformati nella GDO grazie ad un’importante partnership con gruppo Conad. Attualmente sostengono The Circle Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR Conad, Brachetti Peretti e De Marinis.

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