L’incendio di Pantelleria per fermare il parco nazionale
L’incendio doloso forse per impedire la nascita dell’area protetta. Distrutti anche vigneti
Spento il disastroso incendio che per giorni ha devastato Pantelleria. Lo riferisce la centrale operativa dei vigili del fuoco di Trapani. Restano gli ingentissimi danni e l'obiettivo di ricostruire. Il sindaco Salvatore Gabriele, che ha parlato sin dall'immediatezza dei fatti di “atto criminale”, ha chiesto lo stato d'emergenza per sostenere lo sforzo di ricostruzione del patrimonio ambientale.
In cenere 600 ettari, quasi un decimo della superficie dell'isola. Il fuoco non ha risparmiato alcuni vigneti della zona di Martingana, nella zona sudorientale, coltivati a zibibbo. Stessa sorte per gran parte delle zone in cui si pratica il trekking.
Fermare il parco - Nessun dubbio sulla matrice dolosa del rogo, su cui indaga la procura di Marsala: nella perla del Mediterraneo, protetta da una Riserva naturale orientata gestita dalla Azienda delle foreste demaniali, si punta a istituire un parco naturale nell'isola che blinderebbe definitivamente, per effetto di vincoli più forti, il territorio da ogni forma di speculazione. È una delle piste seguite dagli investigatori.
Il ministro - "Il Governo è al fianco di Pantelleria. Il colpo subito è durissimo, ma nessuno fermerà la rinascita del verde nell'isola e l'istituzione di un Parco Nazionale che rafforzerà le vocazioni produttive e sociali, tenendo insieme l'esigenza di tutela delle meravigliose caratteristiche ambientali e naturalistiche e l'attenzione alle produzioni agricole di qualità riconosciute dall'Unesco, come la vite ad alberello.
L'istituzione del Parco è una realtà concreta a prescindere da qualunque interesse che a questa istituzione volesse contrapporsi.
Pantelleria è patrimonio di tutti gli italiani, orgoglio e delizia, tornerà come prima". Così il Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti.