Inchiesta difficile, proroga di due mesi ai periti della Costa Concordia
Attesa per la scatola nera. Il consorzio italo americano Titan-Micoperi sta raddrizzando la nave naufragata al Giglio per riportarla al galleggiamento. Rimosso lo scoglio dallo scafo: diventerà un monumento ai 32 caduti
I quattro periti incaricati dal gip Valeria Montesarchio per l’inchiesta sul naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio consegneranno il loro lavoro entro il mese di settembre. Il gip ha concesso ai quattro periti (l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il professor Antonio Scamardella, il contrammiraglio Domenico Picone e il capitano di vascello della Marina Salvatore Carannante) circa sessanta giorni in più di tempo per rispondere ai cinquanta quesiti che dovranno fare chiarezza su quanto successo la notte del 13 gennaio scorso a bordo della nave.
Tra i quesiti, quelli più importanti sono le risposte che potranno venire dalla scatola nera: se le paratie e le porte stagne della Concordia funzionavano, tutto ciò che riguarda la nave dal giorno del suo varo in mare al naufragio e il comportamento del comandante Francesco Schettino fino al momento in cui è rimasto a bordo.
Nel frattempo, nell’ambito del progetto di rimozione dello scafo realizzato dal consorzio italo americano Titan-Micoperi su indicazione di Costa Crociere, è entrata anche Fincantieri: realizzerà cassoni per alcune decine di milioni di euro che serviranno a “raddrizzare” la nave e riportarla al galleggiamento. Lo hanno reso noto le due aziende, precisando che si tratta di trenta cassoni di acciaio del peso complessivo di 11.500 tonnellate, messi a punto in diversi cantieri italiani. Una volta messa in sicurezza la nave, i cassoni verranno installati sul lato emerso e riempiti d’acqua gradualmente per agevolare il raddrizzamento della Concordia.
Le attività dovrebbero terminare a fine luglio, per poi procedere con la fase successiva di messa in sicurezza del relitto.
Infine, proprio in queste ore è stata completata al Giglio la rimozione dell’ultima sezione di roccia dello scoglio incagliato nel lato sinistro del relitto. I lavori, per rimuovere quello che era diventato uno dei simboli della tragedia costata la vita a 32 persone (due sono ancora disperse), sono stati portati a termine dei tecnici del consorzio italo-americano Titan Micoperi. Le operazioni hanno permesso di estrarre tutto lo scoglio del peso complessivo di oltre cento tonnellate. Lo scoglio era stato sezionato in tre parti, e una sarà donata al comune dell’isola che ne farà un monumento ai caduti del disastro.