L’industria e la natura. Così i cementifici cercano di coniugare emissioni e costi
Con il decreto legislativo Direttive Ets un passo avanti per la competitività dell’industria italiana del cemento. Federbeton Confindustria: tutelare la competitività dell’industria italiana per garantire al Paese materiali affidabili e sostenibili. Il Cbam e i suoi rischi
Il decreto legislativo Direttive Ets, di recente pubblicazione, destina parte dei proventi delle aste Ets ai comparti energivori e va nella direzione auspicata da Federbeton Confindustria: tutelare la competitività dell’industria italiana del cemento per garantire al Paese materiali affidabili e sostenibili.
Appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto Ets prevede un nuovo meccanismo che va incontro alle esigenze dei comparti industriali energivori, tra cui quelli del cemento e del calcestruzzo, affiancandone così la transizione energetica e l’impegno nella decarbonizzazione.
Afferma Federbeton che “il decreto va nella direzione auspicata dalla filiera del cemento e del calcestruzzo, introducendo una nuova finalità a sostegno dei settori energivori, ricompresi nella misura Cbam (Carbon Border Adjustment), come il cemento. Si tratta di un passo importante che dimostra un’attenzione del Governo nei confronti dell’industria del cemento e di quel patrimonio di conoscenza e competenza che possiamo definire Made in Italy”.
La questione passa ora al ministero dell'Ambiente, che dovrà applicare le nuove previsioni normative in maniera adeguata e sufficiente.
Federbeton dice di rappresentare “una filiera fondamentale per le costruzioni e per lo sviluppo economico del Paese, quella del cemento e del calcestruzzo. Da tempo pone l’attenzione sul rischio che questa industria sia messa fuori mercato da importazioni extra-Ue e sulla necessità di tutelarla con misure adeguate”.
Il Cbam e i suoi rischi
Alla luce delle politiche di decarbonizzazione europee si rischia una perdita di competitività delle aziende italiane nei confronti dei Paesi extra-Ue che non condividono quegli stessi requisiti ambientali che invece la produzione europea rispetta. Questi Paesi hanno costi di produzione inferiori rispetto alle imprese europee e italiane.
A livello europeo, il meccanismo di adeguamento Cbam prevede misure per proteggere la competitività dell’industria nazionale del cemento dalle importazioni da Paesi extra-Ue. Purtroppo, però, i tempi previsti per l’entrata in vigore non sono tempestivi e potrebbero arrivare troppo tardi. Fino al 2026 non è previsto alcun pagamento e la partenza pianificata risulta debole e insufficiente a livellare il piano competitivo con i produttori dei paesi terzi (si paga solo il 2,5% nel 2026, si arriva al 100% solo nel 2034).
Attualmente, il deficit di quote di emissione che l'industria del cemento deve acquistare sul mercato è di circa il 20% rispetto al fabbisogno totale, mentre gli importatori non devono sostenere alcun costo per accedere al mercato italiano e europeo. Questo squilibrio si traduce in un costo aggiuntivo per le aziende italiane di oltre 110 milioni di euro.
Questo divario deve essere colmato per non vanificare impegno e investimenti dell’industria italiana per la decarbonizzazione e tutelarne la competitività.
Uno strumento utile è quello dei proventi delle aste Ets, che nel 2023 hanno generato entrate per 3,4 miliardi di euro.