L’Italia e le emissioni. Inventario Ispra, per i gas serra -17% dal 1990 al 2018
I dati del rapporto. Male pm10 da riscaldamento residenziale; gli allevamenti responsabili del 78% delle emissioni di ammoniaca
Emissioni di gas serra in calo in Italia negli ultimi 28 anni: -17% nel 2018 rispetto al 1990, passando da 516 a 428 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Crescono le energie rinnovabili e l’efficienza energetica; male il fronte del riscaldamento residenziale per Pm10. L'agricoltura riduce del 13% ma sorvegliati speciali sono gli allevamenti, da cui proviene il 78% delle emissioni di ammoniaca. Questi i dati dei rapporti Rapporto sull’inventario nazionale delle emissioni (National Inventory Report 2020) e Informative Inventory Report 2020.
I dati del repertorio
In particolare, la diminuzione dei gas serra, sottolinea l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, è dovuta alla crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e, evidenzia, "all'incremento dell'efficienza energetica nei settori industriali".
Per il Pm10 primario è il riscaldamento la principale fonte di emissione nel 2018, contribuendo al totale per il 54%. Non solo. Il settore, con un +41%, è l'unico che aumenta le proprie emissioni a causa della crescita della combustione di legna per il riscaldamento residenziale, mentre calano di oltre il 60% quelle prodotte dal trasporto stradale e rappresentano, nello stesso anno, il 12% del totale.
Il ruolo dell’agricoltura
Per il focus agricoltura, da cui deriva il 7% delle emissioni, si registra nei 28 anni un calo del 13%. La maggior parte di queste emissioni - quasi l'80% - deriva dagli allevamenti, in particolare dalle categorie di bestiame bovino (quasi il 70%) e suino (più del 10%), mentre il 10% proviene dall'uso dei fertilizzanti sintetici. Dati, spiega il direttore generale dell'Ispra, Alessandro Bratti, che dimostrano che "non c'è un solo colpevole" che mina la salute dell'aria. In particolare sull'agricoltura, sottolinea Bratti, "complessivamente il contributo è sotto la doppia cifra. Cosa diversa è la produzione di ammoniaca, precursore importante delle polveri sottili e inquinante da tenere sotto attenta osservazione".
Il rapporto con l’epidemia
Le indagini dei ricercatori ora guardano alle risposte che potranno arrivare dall'analisi del particolato in tempi di lockdown da Covid-19, sia in termini di correlazione con il coronavirus ("non c'è al momento alcuna evidenza”), sia in termini di studio per fonti di inquinamento in relazione alle serie storiche. In tal senso, è emerso nella videoconferenza seguita da 700 partecipanti, è in via di definizione un programma di lavoro tra Ispra, agenzie per l'ambiente ed Enea.