Gli italiani e il clima. Indagine: siamo tra i più preoccupati per il cambiamento e pessimisti sul futuro
Secondo l'indagine Epson - quest'anno alla seconda edizione - , il cambiamento climatico costituisce una minaccia primaria, alla pari con la crisi finanziaria in corso
Una ricerca rivela che in tutto il mondo, Italia compresa, il cambiamento climatico rimane al centro delle preoccupazioni da parte delle persone, nonostante guerra, pandemia e difficoltà economiche. I dati, raccolti dalla seconda ricerca Climate Reality Barometer (Barometro sulla Realtà Climatica) di Epson, condotta in 28 Paesi su 26.205 persone, registrano che in tutto il mondo le persone stanno intensificando gli sforzi personali per contrastare il cambiamento climatico, un fenomeno che rimane una preoccupazione per molti, nonostante la situazione dell'economia mondiale possa distogliere l'attenzione dall'affrontare le sfide climatiche. La consapevolezza delle modifiche in atto spinge inoltre le persone nel mondo ad adottare uno stile di vita più sostenibile.
Cambiamento climatico al terzo posto
Nonostante un anno di impatti climatici senza precedenti, il sondaggio rivela che le persone sono più ottimiste sulla possibilità di evitare la catastrofe climatica nell'arco della loro vita, anche se i dati mostrano differenze significative nei livelli di fiducia, influenzate da fattori economici e dall'età.
Malgrado la recessione economica globale, i conflitti e l'impennata delle bollette energetiche, anche la crisi climatica rimane un problema per le persone in tutto il mondo: anche se in cima alla lista delle priorità degli intervistati troviamo la crisi economica (22%) e l'aumento dei prezzi (21%), il cambiamento climatico si colloca al terzo posto (20%), con uno scarto davvero minimo. Tuttavia, le preoccupazioni per il clima non portano al pessimismo: prima della COP26 del novembre 2021 il 46% degli intervistati a livello mondiale era ottimista sulla possibilità di evitare la catastrofe climatica nell'arco della vita; oggi, mentre il mondo si prepara alla COP27 che si terrà il prossimo novembre in Egitto, l'ottimismo ha oltrepassato il 48%. Ciò è dovuto a un "deficit di percezione della realtà" nelle persone, che potenzialmente fraintendono l'intero impatto climatico futuro per il mondo.
La crisi climatica in Italia interessa meno dell'aumento dei prezzi
Nonostante nel nostro Paese l'evidenza della crisi climatica (alte temperature da record e assenza di piogge) si sia fatta pesantemente sentire e vedere, il 40,4% (in linea con la media mondiale) delle persone intervistate ritiene che l'aumento dei prezzi e la correzione dell'economia siano le questioni più urgenti su cui i governi, le aziende e le persone di tutto il mondo dovrebbero concentrarsi, mentre il 29,1 (quasi un terzo: ben più del 20% registrato a livello mondiale) afferma che il cambiamento climatico è la questione più urgente che i governi, le imprese e gli individui devono affrontare; gli intervistati di età compresa tra i 16 e i 24 anni (35,5%) e di età superiore ai 55 anni (28,8%) ritengono che il cambiamento climatico sia la questione più urgente che i governi, le aziende e le persone in tutto il mondo devono affrontare; oltre un quarto (25,2%) è ottimista sul fatto che si eviterà un disastro climatico nel corso della loro vita, ma ben il 41,4% è dell'opinione opposta.
Economia ed età: i fattori che influenzano l'ottimismo
Un'ulteriore analisi dei dati a livello mondiale evidenzia che le medie mondiali nascondono sorprendenti variazioni regionali nei livelli di fiducia: l'ottimismo è inferiore nella maggior parte delle economie sviluppate rispetto a quelle emergenti. Lo dimostra il fatto che nei singoli Paesi membri del G7 si sono registrati livelli di ottimismo significativamente inferiori rispetto alla media mondiale del 48%: Canada (36,6%), Francia (22,5%), Germania (23,8%), Giappone (10,4%), Italia (25,2%), Regno Unito (28,4%) e Stati Uniti (39,4%). Le economie emergenti e in rapida crescita registrano invece livelli di ottimismo sul clima nettamente superiori alla media globale: Cina (76,2%), Filippine (71,9%), India (78,3%), Indonesia (62,6%), Kenya (76%) e Messico (66%).
I risultati suggeriscono inoltre che l'età è un altro fattore, con le fasce più anziane e più giovani maggiormente preoccupate per il cambiamento climatico. Gli over 55 sono l'unico gruppo a citare il cambiamento climatico come problema mondiale più urgente (22,2%), le persone di età compresa tra 16 e 24 anni sono le uniche a classificarlo al secondo posto (19,3%), mentre tutte le altre fasce d'età lo posizionano al terzo.