La macchina del Nimby. Ecco come il deposito atomico accende paure locali
La mappa Sogin delle 51 località idonee a ospitare il deposito unico per i rifiuti radioattivi ora distribuiti in più di venti stoccaggi vicino a casa nostra. Sogin: va corretto il decreto, il tempo non basta
Oggi i rifiuti radioattivi sono distribuiti in più di venti depositi nucleari in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia. Come previsto, la mappa Sogin dei 51 terreni adatti a ospitare il deposito unico nazionale continua a suscitare le paure più profonde e irrazionali. La Basilicata, il comune di Altamura in Puglia, Trapani, il Lazio. Ecco una selezione di alcune delle proteste locali.
Qui Alessandria: danneggerebbe il fotovoltaico
Nessuno si agita per gli attuali depositi nucleari alessandrini attivi a Tortona e Bosco Marengo, invece l’individuazione del sito AL 13 a Castelnuovo Bormida preoccupa il sindaco Enzo Daniele. Nell’area sono stati individuati anche i terreni tra Bosco Marengo e Novi Ligure (AL-1), tra Alessandria e Oviglio (AL-3); tra Castelletto Monferrato e Quargnento (AL-8) e tra Alessandria, Fubine e Quargnento (AL 14). Secondo gli abitanti, realizzare il deposito cancellerebbe 20 ettari di impianti fotovoltaici dell’Edison in località Boschi. Dice il sindaco Enzo Daniele “anche altri impianti già installati e altri in fase autorizzativa sono potenzialmente nella stessa area del deposito”.
Qui Cagliari: ma intanto le scorie sarde vengono mandate nel Continente
Mentre la Sardegna carica sulle navi e piazza nel Continente i rifiuti radioattivi che produce ogni giorno e non smaltisce, il comitato NonucleNoscorie guidato da Bustianu Cumpostu si affianca con i sindaci allarmati di Albagiara, Assolo, Guasila, Mandas, Nurri, Ortacesus, Segariu, Setzu, Siurgus Donigala, Tuili, Turri, Usellus, Ussaramanna, Villamar “per ribadire il no ai depositi nell'Isola”.
Qui Viterbo: ci sono le falde acquifere
Secondo un gruppo di geologi viterbesi, gli studi con cui Sogin ha individuato 21 siti idonei nella Tuscia sarebbero “vecchi e inadeguati”. Lo dicono alcuni geologi liberi professionisti tra i quali Antonio Menghini, Giuseppe Pagano, Guido Gostoli, Gabriele Basile, Marco Piergiovanni, Giancarlo Bruti, Arianna Rapiti, Alfonso Santucci, Francesco Giuseppe Rossi, Aurelio Baleani, Marcello Goletti, Massimo Di Carlo, Roberto Virga, Antonio Mancini e Mario Anselmi. “Intendiamo sottolineare come la selezione sul nostro territorio dei 21 siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sia stata condotta da Sogin in maniera quanto mai approssimativa”. Per esempio nel sottosuolo c’è una importante falda acquifera, sfruttata a uso idropotabile dalla comunità sull’intero territorio. Va ricordato che le numerose falde freatiche del Viterbese sono contaminate da arsenico naturale, con forti problemi agli acquedotti.
Qui Alessandria: perché proprio la provincia di Alessandria?
Nessuno si agita per gli attuali depositi nucleari alessandrini attivi a Tortona e Bosco Marengo o per la centrale atomica di Trino Vercellese, poco lontana. Ecco il segretario regionale di Rifondazione Comunista ed ex consigliere piemontese Alberto Deambrogio. “Le associazioni ambientaliste produssero delle osservazioni di inidoneità relative ai siti piemontesi. Ora alcune di queste sono state recepite e hanno portato alla fine all'esclusione di Carmagnola, Caluso e Frugarolo. Per quale motivo esse non sono state prese in considerazione per gli ulteriori siti presenti in provincia di Alessandria? Se ne vorrà tenere conto in altra fase?"
Qui Legambiente: candidature assurde
“Sulla questione aree idonee a ospitare il Deposito nazionale delle scorie nucleari, ancora una volta si è fatto il solito pasticcio all’italiana. È assurdo prevedere la possibilità di autocandidature anche da parte dei Comuni non compresi nella Cnai”. Così la Legambiente giudica “totalmente sbagliata e controproducente la possibilità di questo tipo di autocandidatura, perché lascia prevedere un percorso poco rigoroso e poco attento alla sicurezza dei cittadini, e che finirà per allungare inevitabilmente i tempi per l’individuazione del deposito, che invece rappresenta una vera urgenza per la sicurezza di tutto il Paese”.
Qui Sogin: serve più tempo
La Sogin, la spa pubblica per la gestione dei siti nucleari, giudica positivamente la possibilità per i Comuni di autocandidarsi per ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari, introdotta con il Decreto legge Energia, ma ritiene troppo breve il limite di 30 giorni per presentare queste autocandidature, e chiede che questa scadenza sia prorogata. Lo ha spiegato l'amministratore delegato di Sogin, Gianluca Artizzu, in audizione davanti alle Commissioni Ambiente ed Attività produttive della Camera. Per il manager, "il Decreto apre nuove possibilità a Comuni che non sono stati esclusi per motivi oggettivi o fisici, ma per motivi di natura antropica o formale". Artizzu ha spiegato che la Carta nazionale dei siti idonei (Cnai), preparata dalla Sogin, "tiene conto di parametri fisici, come sismicità e rischio alluvioni, ma anche di parametri come la vicinanza a centri abitati o strade, che non sono fissi e sono soggetti a modifiche, urbanistiche o demografiche". Per Artizzu, il limite di 30 giorni dalla pubblicazione del Decreto per presentare le autocandidature "cade sotto le vacanze di Natale e nel periodo di conversione in legge". Secondo Sogin "bisognerebbe portare questo termine a 90 giorni, o a 30 giorni dalla conversione in legge del Decreto".