Misurare l’impatto. Così l’Istat rileva lo scostamento del 2020 e la tendenza a un ambiente migliore
Nella decima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) l'Istat osserva il calo delle emissioni (in 15 anni da 9,8 a 7 tonnellate annue di CO2 a testa) e dei rifiuti in discarica. La ripresa dopo il lockdown
La qualità ambientale dell’Italia migliora ma in modo incostante, soprattutto dopo la pausa sanitaria del 2020. La sospensione virale di molte attività ha costretto a ridurre l’impatto degli italiani sull’ambiente, impatto che poi si è riportato a livelli più alti con la normalizzazione. Se si saltano gli anni delle limitazioni, nel raffronto con il 2019 migliorano la qualità dell’aria e dell’ambiente, si riducono i rifiuti seppelliti in discarica e in generale l’impatto ambientale degli italiani si è leggermente ridotto. Ma non basta. Lo scrive l’Istat, istituto nazionale di statistica, nella decima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Ovviamente nel 2021, rispetto al 2020, con la ripresa delle attività dopo il confinamento, si osserva un aumento degli indicatori di pressione sull’ambiente strettamente connessi al ciclo economico, quali le emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti e i rifiuti urbani prodotti.
I capitoli del Rapporto Bes
L’analisi sul benessere confronta salute; istruzione e formazione; lavoro e conciliazione dei tempi di vita; benessere economico; relazioni sociali; politica e istituzioni; sicurezza; benessere soggettivo; paesaggio e patrimonio culturale; ambiente; innovazione, ricerca e creatività; qualità dei servizi. Nei 12 capitoli si leggono gli andamenti più recenti degli indicatori e il confronto con il periodo pre-virale. Oltre la metà dei 152 indicatori Bes è aggiornata al 2022 con dati definitivi.
Il Rapporto propone anche un capitolo iniziale di sintesi che in questa edizione è incentrato sull’analisi dell’evoluzione recente del benessere, con particolare attenzione agli squilibri territoriali e alle differenze di genere e per classi di età.
La tendenza a migliorare
Nonostante il permanere di livelli critici, quasi tutti gli indicatori che nel lungo periodo, prima del lockdown, mostravano un andamento di miglioramento, tendono a mantenerlo anche durante il periodo pandemico. In particolare, si fa riferimento alla qualità dell’aria, alle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti, alla disponibilità di verde urbano, al conferimento di rifiuti urbani in discarica e all’energia elettrica da fonti rinnovabili. I dati più recenti disponibili si riferiscono per molti indicatori al 2021, fanno eccezione gli indicatori sui fenomeni meteoclimatici e sulla percezione soggettiva (soddisfazione per la situazione ambientale, preoccupazione per i cambiamenti climatici e per la perdita di biodiversità), aggiornati al 2022.
I cittadini ora sono preoccupati del clima
Cambiano le paure delle persone e, dopo la paura dell’epidemia, in campo ambientale la paura dello smog è stata sostituita della paura del clima.
La preoccupazione dei cittadini per i cambiamenti climatici è salita nel 2022, dopo il calo del periodo epidemico in cui si è registrata una minore sensibilità verso i temi ambientali, che è stata poi parzialmente recuperata nel 2022.
L’indicatore per la soddisfazione per la situazione ambientale mostra, invece, un andamento altalenante nel tempo, e, nel 2022, il valore torna ai livelli registrati nel 2010.
Una speranza dal PNRR
Le risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) saranno utili per accelerare il percorso dell’economia e della società italiana verso la transizione ecologica oltre che rafforzare la resilienza dei sistemi produttivi ai cambiamenti, in particolare quelli causati dalle variazioni del clima. Tra le sei aree tematiche d’intervento del PNRR, il settore più focalizzato a tali obiettivi è, in primo luogo, “La rivoluzione verde e transizione ecologica (Missione 2)”, a seguire “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (Missione 1)” e le “Infrastrutture per una mobilità sostenibile (Missione 3)”.
Il raggiungimento degli obiettivi proposti dal Piano Nazionale potrà rappresentare lo stimolo per incoraggiare lo sviluppo del Paese, soprattutto in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Le emissioni di CO2
La tendenza al calo delle emissioni di CO2 continua, sebbene nel 2021 siano risalite le emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti (o gas effetto serra) prodotti dalle attività economiche, raggiungendo il valore di 7 tonnellate di CO2 equivalente per abitante, recuperando, in parte, la riduzione registrata nel 2020 soprattutto per effetto della diminuzione delle attività nel periodo del lockdown. Continua comunque il trend complessivo di riduzione delle emissioni iniziato nel 2008, anno in cui le tonnellate pro capite emesse erano 9,8.
Il contributo delle emissioni generate dalle famiglie nel 2021, dovuto principalmente al consumo di combustibili per trasporto privato e usi domestici, è di 1,8 tonnellate di CO2 equivalente per abitante che rappresentano circa il 25% delle emissioni complessive.
Acque sporche e depuratori
Vogliono il mare e il turismo come risorsa, però poi la distruggono con l’inquinamento. L’assenza del servizio pubblico di depurazione coinvolge 296 comuni e 1,3 milioni di residenti, dato in calo rispetto al 2018 (-13% di comuni, -19% di residenti). Il 67,9% di questi comuni è localizzato nel Mezzogiorno (soprattutto in Sicilia, Calabria e Campania, coinvolgendo rispettivamente il 13,1%, 5,3% e 4,4% della popolazione regionale). Molti impianti in queste regioni sono inattivi poiché sotto sequestro, in corso di ammodernamento o in costruzione.
Sono comuni con ampiezza demografica mediopiccola e localizzati per il 74,3% in zone rurali o scarsamente popolate. Solo due comuni rientrano tra le zone densamente popolate: Torre del Greco, in provincia di Napoli (82.350 residenti), e Acireale, in provincia di Catania (50.902 residenti).
Dei 296 comuni privi del servizio di depurazione 67 si trovano in zone costiere, per lo più in Sicilia (35), Calabria (15) e Campania (7), dove complessivamente risiedono circa 500mila abitanti.
Meno discariche
Nel 2021 continua a diminuire la percentuale di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani, che ha un alto impatto sull’ambiente e sulla salute umana, attestandosi al 19,0%. Dal 2004, primo anno di disponibilità dell’indicatore, questo fattore di pressione si è ridotto di due terzi (dal 59,8% al 19,0%) a un tasso medio annuo di -2,4 punti percentuali. Sia pur considerando il rallentamento di questo decremento negli ultimi cinque anni, che è stato pari in media a -1,3 punti percentuali l’anno, soddisfare l’obiettivo Ue per l’Italia appare del tutto realizzabile.
Lo studio integrale https://www.istat.it/it/archivio/282920
Il capitolo dedicato all’ambiente https://www.istat.it/it/files//2023/...