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Le notizie pessime. La CO2 nell’aria. Nuovo primato. Cresce ancora la concentrazione

where Ginevra (Svizzera) when Lun, 04/11/2024 who roberto

La CO2 nel 2023 ha raggiunto il livello record di 420 parti per milione (ppm), un aumento del 151% dai livelli pre-industriali. Lo rende noto l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo). Le cause di questo innalzamento, secondo l’organizzazione internazionale, sono i vasti incendi di vegetazione, una possibile riduzione dell’assorbimento delle foreste ed elevate emissioni umane

La CO2 nel 2023 ha raggiuntofumi-crediti-nickhumpries-creative-commons.jpg il livello record di 420 parti per milione (ppm), un aumento del 151% dai livelli preindustriali. Lo rende noto l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm-Wmo). Le cause di questo innalzamento, secondo l’organizzazione internazionale, sono i vasti incendi di vegetazione, una possibile riduzione dell’assorbimento delle foreste ed elevate emissioni umane. Ma è stato osservato anche un balzo di emissioni del metano dovuto alla respirazione microbica, altra spia dell’impatto del riscaldamento globale. L’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione di CO2 paragonabile è quella tra i 3 e i 5 milioni di anni fa. La temperatura globale era più alta di 2-3°C, e il livello del mare era più alto di 10-20 metri. Negli ultimi 20 anni l’anidride carbonica in atmosfera è aumentata delll’11,4%.

Dal Greenhouse Gas Bulletin della Wmo emerge inoltre che la concentrazione media globale di metano ha raggiunto le 1.934 parti per miliardo, mentre il protossido di azoto 336,9 parti per miliardo, corrispondenti rispettivamente al 265% e 125% dei livelli preindustriali.
Il segretario generale della Wmo, Celeste Saulo, ha sottolineato che l’aumento continuo delle concentrazioni di gas serra dovrebbe essere un campanello d’allarme per i decisori politici, evidenziando che l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale sotto i 2°C, puntando a 1,5°C, è sempre più fuori portata.
Il Bollettino dei gas serra viene pubblicato annualmente dal 2004. Questa pubblicazione presenta l'ultima analisi delle osservazioni del programma Global Atmosphere Watch (Gaw) dell'Omm sulle concentrazioni di gas serra a lunga vita nell'atmosfera per il 2023.
Il Bollettino riporta le frazioni molari superficiali medie a livello globale di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O). Confronta questi valori con quelli dell'anno precedente e con i livelli preindustriali. Inoltre, fornisce informazioni sui cambiamenti nel forzante radiativo, l'effetto di riscaldamento sull'atmosfera da parte dei gas serra a lunga vita, e descrive in dettaglio il contributo dei singoli gas a questo effetto. Il Bollettino dei gas serra viene pubblicato ogni anno per informare i negoziati delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Conferenza annuale delle Parti (COP).
Nel 2023, l’aumento annuale della CO2 è stato di 2,3 ppm, segnando il dodicesimo anno consecutivo con un incremento superiore a 2 ppm. Questo aumento è stato maggiore rispetto al 2022, ma inferiore rispetto ai tre anni precedenti.
Il bollettino avverte inoltre che il riscaldamento climatico e la variabilità naturale potrebbero innescare un ciclo di retroazione climatica che si autoalimenta, in cui gli ecosistemi diventano fonti crescenti di gas serra. Fenomeni come El Niño, associati a incendi boschivi e a vegetazione secca, possono ridurre l’efficacia dei “pozzi di carbonio” naturali e favorire il rilascio di CO2, mentre un oceano più caldo potrebbe assorbirne meno, accelerando così il riscaldamento globale. Questi feedback sono una preoccupazione cruciale per la società.
Dal 1990 al 2023, l’effetto radiativo dei gas serra è aumentato del 51,5%, con la CO2 responsabile dell’81% di questo incremento. Poiché la CO2 ha una vita atmosferica lunga, le temperature elevate già osservate persisteranno per decenni anche se le emissioni venissero rapidamente ridotte a zero. L’ultima volta che la Terra ha sperimentato livelli di CO2 simili risale a 3-5 milioni di anni fa, con temperature di 2-3°C più alte e un livello del mare di 10-20 metri superiore a quello attuale.
 
Metano (CH4)
Il metano è un potente gas serra e contribuisce al 16% dell’effetto serra dei gas a lunga vita. Circa il 40% delle emissioni di metano è di origine naturale (zone umide e termiti) e il 60% è di origine antropica (allevamento di ruminanti, agricoltura del riso, estrazione di combustibili fossili). L’incremento del metano nel 2023 è stato inferiore al 2022 ma comunque il più alto registrato negli ultimi cinque anni, in parte a causa del riscaldamento climatico che intensifica le emissioni da sistemi naturali come le zone umide. Questo incremento “potrebbe essere dovuto almeno in parte al feedback climatico in corso che aumenta le emissioni di gas serra dai sistemi naturali”. La responsabilità è soprattutto dell’aumento dell’attività microbica, un fattore legato all’aumento del riscaldamento globale. Le fonti fossili sono responsabili solo del 15% dell’incremento di concentrazioni di metano registrato dal 2007.
 
Protossido di azoto (N2O)
Il protossido di azoto è un potente gas serra e al tempo stesso una sostanza che impoverisce l’ozono, rappresentando circa il 6% dell’effetto serra dei gas a lunga vita. Le emissioni derivano da fonti naturali (60%) e antropiche (40%), tra cui oceani, suoli, incendi di biomassa, uso di fertilizzanti e processi industriali. L’aumento delle concentrazioni di N2O nel 2023 è stato inferiore rispetto a quello tra il 2021 e il 2022, anno che ha segnato il massimo incremento nella storia recente.
 
Per saperne di più https://wmo.int/publication-series/w...
Il rapporto https://library.wmo.int/idurl/4/69057

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