Le nove città in difesa del clima. Ecco la roadmap per rafforzare l’impegno
Dopo la catastrofica alluvione che ha colpito la Romagna è necessario migliorare le misure di adattamento, ridurre la vulnerabilità e aumentare la resistenza ad alluvioni e frane
L’Italia, così vulnerabile, deve fare la sua parte contro il mutamento climatico, affrontarlo, contenerlo e contribuire a fermarlo. Negli ultimi nove anni sono state tagliate invece solo circa due milioni di tonnellate di emissioni di gas serra l'anno: di questo passo al 2030 taglieremo le emissioni solo del 23%, di fronte a un obiettivo europeo del 55%, e non arriveremo alla neutralità carbonica nel 2050; per centrare l’obiettivo europeo al 2050 si dovrebbe procedere al ritmo di un taglio di 14 milioni di tonnellate di CO2 l'anno, sette volte la media degli ultimi 9 anni. Anche le città dovrebbero aumentare il loro impegno per il clima.
Le nove città amiche del clima
Nove città - Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino - partecipano al progetto europeo “Mission 100 Climate neutral and smart Cities” e si sono impegnate ad abbattere i gas serra entro il 2030, realizzando iniziative avanzate. Come migliorare l’impegno delle città per il clima, per ridurre le emissioni che causano la crisi climatica e misure di adattamento efficaci?
Questi i temi affrontati nella Conferenza nazionale delle green city, organizzata dal Green City network, che si è svolta nell’ambito del Festival Green&Blue dedicato al tema una terra per tutti.
“Nonostante che dal 2013 l’Italia abbia dovuto sopportare 29 alluvioni, quasi 3 ogni anno, fino a quella devastante dell’Emilia Romagna - ha detto il presidente della Fondazione Sostenibile Edo Ronchi - è l’unico grande Paese europeo che non ha approvato una legge per il clima, approvata da tempo in Germania, in Francia, in Spagna e nel Regno Unito. Una legge necessaria per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”.
Interventi e parole
La Conferenza è stata aperta dall’intervento del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, e dalla relazione introduttiva di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. A seguire sono intervenuti Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, Paolo Arrigoni, presidente del Gse, Fabrizio Tucci direttore del dipartimento Pdta della Sapienza di Roma, e Cristina Amirante, assessore alle infrastrutture e territorio della Regione Friuli Venezia Giulia. Si è tenuta infine la tavola rotonda con le città italiane moderata da Jaime D’Alessandro della Repubblica con la partecipazione di Stefania Proietti sindaco di Assisi, Matteo Lepore sindaco di Bologna, Giorgio Gori sindaco di Bergamo, Matteo Biffoni sindaco di Prato, Stefano Lo Russo sindaco di Torino, Elena Grandi assessore di Milano, Andrea Giorgio assessore di Firenze, Andrea Ragona assessore di Padova e Matteo Campora assessore di Genova.
Rafforzare le iniziative nelle città per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili
Nel 2022 in Italia c’è stato addirittura un calo della produzione di elettricità da rinnovabili scesa a 100,2 TWH, -14,7% rispetto al 2021 per il forte calo dell’idroelettrico, lo stallo dell’eolico e il basso aumento del fotovoltaico. La crescita della nuova potenza installata nel 2022 per eolico e fotovoltaico in Italia è stata di 3GW, contro i +5GW in Francia, + 9 GW in Spagna, + 11 GW in Germania, mentre si continua, anche dopo l’emergenza del prezzo del gas, ad usare nel 2023 carbone per produrre una quota importante di elettricità. Le città dovrebbero fare di più per aumentare le rinnovabili negli edifici pubblici, per promuovere, sostenere e agevolare le iniziative dei cittadini per installare impianti a fonti rinnovabili; per sostenere le imprese nell’autoproduzione di energia con impianti rinnovabili e per utilizzare le nuove possibilità offerte dalle comunità energetiche.
Impegnarsi di più a decarbonizzare i trasporti
Sono in crescita i giovani che rinunciano alla patente e all’auto, occorre incoraggiare la tendenza a ridurre l’uso dell’auto in città, promuovendo il trasporto pubblico e quello condiviso (sharing), la mobilità ciclo-pedonale e sostenere, anche in Italia un passo più deciso nella transizione verso una mobilità elettrica. L’elettrificazione della mobilità, specie delle auto, procede troppo lentamente, siamo in coda all’ Europa. I punti di ricarica pubblica per auto elettriche sono circa 40.000in Italia: ancora troppo pochi, occorre aumentarli più rapidamente.
Le misure di adattamento, che dicono le città
Un campione rappresentativo di città italiane è stato consultato dal Green City Network sull’attuazione del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Ben il 98% del campione ritiene che la crisi climatica debba essere affrontata in modo unitario, integrando le misure per l’adattamento climatico con quelle per la mitigazione. Le città quasi all’unanimità richiedono risorse finanziarie aggiuntive per l’attuazione delle misure di adattamento individuate come prioritarie e sollecitano un rafforzamento del supporto tecnico, utile a tutte le città, e indispensabile per un gran numero di piccoli comuni. Gran parte delle città, inoltre, ritiene che alcune misure di adattamento al cambiamento climatico richiedano anche alcune riforme della normativa nazionale, in particolare per fermare il consumo di suolo.