Nucleare. Comincerà in primavera il rilascio dell’acqua contaminata di Fukushima
Saranno diluiti con estrema lentezza nell’oceano 1,2 milioni di metri cubi di acqua, resa debolmente radioattiva dalla presenza di 16 grammi di trizio. I dati scientifici
Il governo giapponese ha confermato che il rilascio dell'acqua leggermente contaminata nell'oceano dall'impianto nucleare di Fukushima Daiichi inizierà probabilmente in primavera, o al massimo in estate. La decisione è stata presa nel corso di una riunione del consiglio dei ministri a Tokio e il capo di gabinetto, Hirokazu Matsuno, ha detto che l'esecutivo farà del suo meglio per garantire la sicurezza dell'operazione di sversamento e per prevenire danni all'ecosistema.
Matsuno ha inoltre esortato l'operatore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco), ad assicurarsi che tutte le attività pertinenti procedano senza intoppi.
La centrale atomica, attualmente in fase di smantellamento, ha subito una tripla fusione del nocciolo nel marzo 2011 a causa del terribile tsunami che aveva spazzato la costa, uccidendo circa 20mila persone. Nell'aprile 2021, il governo di Tokio ha annunciato il piano con la Tepco per rilasciare l'acqua trattata in mare aperto, dopo averla diluita per ridurre la concentrazione di trizio, un isotopo radioattivo dell'idrogeno, al di sotto della percentuale consentita dalle normative internazionali, seguendo le procedure per la tutela della salute e dell’ambiente. L'operazione ha avuto nel febbraio 2020 il parere positivo della Aiea, secondo la quale lo smaltimento è in linea con gli standard internazionali dell'industria nucleare. Il progetto ha tra i suoi maggiori oppositori l'industria della pesca, e molti abitanti della provincia di Fukushima, danneggiati dall'ostilità dei Paesi vicini e dal bando all’importazione dei prodotti agricoli locali.
I dettagli scientifici
Nel 2020 l’acqua stoccata vicino alla centrale, pari a 1,2 milioni di metri cubi, aveva una radioattività totale di 860 TBq (TeraBecquerel), pari a 16 grammi di trizio, con una radioattività media di 730mila Becquerel al litro. Un metro cubo di acqua di mare emette 12 kBq (kiloBecquerel), cioè 12mila decadimenti al secondo, principalmente da potassio-40 (K-40) e uranio e suoi prodotti di decadimento. Un volume di acqua medio dell’Oceano Pacifico di 1,2 milioni di metri cubi acqua emette 14,4 GBq (GigaBecquerel), cioè circa 60mila volte meno dell’acqua di Fukushima. L’acqua radioattiva dovrà essere portata alla diluizione corretta di 60 kBq al litro, con un rilascio massimo annuale di 22 TBq l’anno, pari a poco meno di mezzo litro al secondo, per una quarantina d’anni.
Secondo l’Iaea, l’agenzia internazionale dell’energia atomica, l’impatto sulla popolazione in caso di rilascio dell’acqua con queste modalità sono nell’ordine di un centinaio di volte inferiori all’esposizione media annua di un cittadino giapponese.